Accusata di avere una leadership debole che ha permesso lattacco a Italia e Spagna, lUnione europea cerca di ricompattarsi per fare muro contro lo spettro della recessione che si aggira per lEuropa, e ora anche al di là. Ma nonostante gli Stati accelerino la rimessa in sesto dei loro conti e Bruxelles lavori giorno e notte per vigilare che tutto proceda in fretta, resta il rischio di emergenze come Cipro, ieri declassata, e lincognita sul futuro dellunica arma che una volta finito lintervento straordinario della Bce potrà salvare i governi dal default: il fondo salva-Stati, che la Germania non vuole aumentare, e la Slovacchia intende boicottare.
La Bce e le sue misure straordinarie sui bond non possono durare per sempre, e per questo Trichet insiste con il suo pressing su Roma e cerca di assicurarsi che le misure siano approvate entro settembre. Per salvare leuro, la Bce ha innescato un meccanismo ad orologeria che non può permettersi ritardi: lItalia aveva bisogno del sostegno della banca centrale che, sapendo di non poter aiutarla allinfinito, aveva bisogno che il fondo salva-Stati fosse aumentato e la potesse sostituire presto. Ma la Merkel è contraria allaumento e così, per convincerla, la Bce ha spinto Roma ad approvare le sue misure entro settembre. Perciò lEurotower insiste con il pressing sullItalia, perchè i mercati potrebbero nuovamente colpire duro e la Bce, o il fondo salva-Stati, non avrebbe le risorse sufficienti per arginare il tracollo.
Ma ora, sul futuro del fondo pendono almeno altre due incognite. La prima viene sempre dalla Germania: la Merkel è sotto il fuoco della sua stessa coalizione, che non vuole laumento del fondo e minaccia di boicottarlo in Parlamento. Il suo partito, il Cdu, ha già chiesto una riunione demergenza proprio su questo. Il secondo grande problema viene dalla piccola Slovacchia. Il presidente del Parlamento non usa toni concilianti: «Faremo di tutto per impedire laumento del fondo, la Slovacchia non può assumersi la responsabilità di tutti i problemi del mondo».
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