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E l’ex condannato a morte si batte per la pena capitale

da Ankara

E poi dicono che la Turchia non è un Paese democratico. Nel collegio di Istanbul, dove è candidato anche il premier Erdogan, c’è così tanta democrazia che i cittadini turchi potranno scegliere se mandare in Parlamento, oltre al premier uscente, anche un ex galeotto scampato alla pena di morte e un’ex prostituta. Certo, quando nel 1985, Atila Kaya fu condannato all’impiccagione, non avrebbe mai pensato che un giorno si sarebbe trovato su un’altra lista, da quella dei condannati a morte a quella dei candidati alla Tbmm, la Grande Assemblea nazionale turca.
Cappello alla JR e aria da sceriffo, il 19 giugno nel 1980 Kaya uccise a coltellate Erzurum Mithat Koçulu, un uomo d’affari che molti volevano legato agli ambienti di sinistra. L’assassinio fu eseguito in collaborazione con Mustafa Yeniseker, anche lui proveniente dagli ambienti della destra eversiva e ultra-nazionalista. La condanna a morte arrivò dopo un lungo processo e l’imputato Kaya fu rinchiuso in carcere ad attendere la sua ultima ora. E qui il destino decise di fargli il suo primo, grande regalo. La Corte di cassazione, nel 1986, trasformò la sentenza da condanna a morte a ergastolo.
Fino a quando, nel 1991, Atilla Kaya fu fra quelli che beneficiarono dell’articolo 3713 della legge sul condono delle pene e fu lasciato libero. Finito l’incubo del carcere, alla fine durato poco più di dieci anni, l’ex galeotto decise di tornare al vecchio amore: la politica. Si iscrisse al Mhp, il Partito nazionalista, a quel tempo guidato da Alparslan Türkes e a cui facevano riferimento i vecchi Lupi Grigi, l’organizzazione eversiva e violenta in cui militava anche Ali Agca e che sono in buona dose diversi da quelli di oggi. E adesso, da ex condannato si ritrova candidato al centro del potere turco. Il Mhp l’ha infatti schierato al secondo posto nel collegio di Istanbul. Del suo programma politico si sa poco, ma quel poco è sufficiente a far sorgere seri dubbi. Parlando con alcuni giornalisti si è lasciato scappare frasi sulla pena di morte non proprio felici. Kaya ha detto che ormai la pena capitale in Turchia è stata abolita, ma che lui la rimetterebbe subito per alcuni reati, «quelli più gravi». Qualcuno dovrebbe chiedergli se fra questi compare l’omicidio volontario e premeditato.
Ma il collegio di Istanbul presenta anche chi vuole difendere i diritti delle donne dalla violenza maschile e pensa di essere la persona più indicata per farlo. Ayse Tükrükçü, 40 anni, è un’ex prostituta. Dopo essere stata respinta da tutti i partiti ha deciso di candidarsi come indipendente. All’inizio l’Alta commissione elettorale non voleva accettare il suo nominativo (a causa della condanna per prostituzione), ma poi è stata costretta a cedere. Nel caso di Kaya, che aveva precedenti ben più seri, non ci sono stati problemi. Un quotidiano vicino all’estrema sinistra ha scritto: «Se si apre la strada verso il Parlamento agli assassini, perché la si deve sbarrare anche alle prostitute?».

Visto così, il ragionamento non fa una grinza.

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