nostro inviato a Siena
«Non sarà una partita inutile, ho chiamato dei ragazzi che devono dirmi se posso fidarmi di loro. Mi aspetto che dimostrino il loro valore, che mi facciano capire se sono in grado di dare continuità al calcio italiano». Non è semplice dare un peso a questo Italia-Sud Africa, amichevole che sostituisce quella saltata con la Romania per i fatti di Catania: club con la testa al campionato, giovani controfigure, titolari davanti al video per vedere Georgia-Scozia. Ma Donadoni ci prova, s'inventa stimoli, s'aggrappa ai vetri: «Io sfrutto le occasioni che si presentano, voglio giocare bene e vincerla contro un maestro come Parreira che sa mettere giù le squadre. Questa non è l'Italia sperimentale, per me esiste solo la nazionale italiana, poi se andiamo a guardare le presenze dei convocati, mi sembra naturale che prima di arrivare ad accumularne tante, si parta dalla prima. Comunque forse non si conosce bene il valore dei nostri avversari, ho visto la Scozia contro il Sud Africa andare in grande difficoltà, non sarà facile».
Il rovescio della medaglia descrive una nazionale azzurra riciclata in trampolino di lancio per le giovani promesse. Donadoni non se la prende neppure molto: «Metto in campo dei giocatori che potrebbero tornarmi utili». E poi spende due parole per Gilardino: «Non è un premio, non l'ho chiamato per incoraggiarlo. Lui con la Lazio ha fatto una buona partita, per il comportamento che ha e per la professionalità e la correttezza che mette sempre in campo, merita di essere aiutato.
Prima convocazione per Paolo Cannavaro, Rosina, Dossena e Nocerino, stadio esaurito.
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