E il ladro perdonato rispose: «Lavoro precario? No, grazie»

Quel sabato sera Vincenzo Pergaldi e Moreno Geti volevano fare un po’ di pulizia. Quasi per caso si erano ritrovati a parlare in macchina davanti alla Corvilat, un’azienda lattiero-casearia. Cancelli aperti e un sacco di roba da potersi rivendere. Un lavoretto di un paio d’ore. Non di più. Viti, sonde, valvole da portarsi via. Un bottino da duecento euro, trecento al massimo. Ma poi tutto cambia. Arrivano i carabinieri, scattano le manette, la caserma, il tribunale, il processo per direttissima. «Era solo ferro vecchio», cercano di difendersi loro. L’incontro con Vincenzo Croce, il titolare della Corvilat, sguardi stupefatti, pena patteggiata a 6 mesi e duecento euro di multa a testa, «due disgraziati, due cognati disoccupati che non sbarcano il lunario», li difende il maresciallo. Croce da derubato diventa datore di lavoro. O almeno ci prova. Prima proposta: «Rimontate l’ingranaggio che avete smontato e vi pago». Ma loro non sono capaci. Seconda proposta: «La Corvilat riapre, devo imbiancare, tagliare l’erba. Se lo fate vi pago». Pausa. I due ladri hanno bisogno di riflettere sull’offerta e se Geti dice subito sì, Pergaldi prende tempo. Non ha ancora deciso. Ecco tutti i dubbi di un ladro che, quando si parla di lavoro, punta solo al posto fisso
Perché non ha accettato?
«Ma io non mi sono rifiutato, ho solo chiesto un po’ di tempo per valutare l’offerta».
Cosa non la convinceva?
«All’inizio non era chiaro cosa dovessimo fare».
Non si accettano lavori al buio...
«Non è questo, ma un po’ di chiarezza non guasta. Croce ci ha chiesto di fare dei lavoretti, roba da poco. Un contratto a tempo determinato e poi? Saremmo tornati al punto di prima».
È un problema molto diffuso. La chiamano flessibilità. Ha presente?
«Non è il caso di fare ironia. Oltretutto ho preferito lasciare il lavoro a mio cognato che ha un bambino piccolo. Cosa faccio? Rubo il pane di bocca a mio nipote di 6 anni? Lui è in cassa integrazione»
E lei? Ha un lavoro?
«No, negli ultimi anni solo lavori saltuari. Di questi tempi non è facile».


Allora non è meglio un lavoretto, anche precario, di niente?
«Sì, certo non ci sputo sopra».
Allora accetta?
«Ne abbiamo riparlato con Croce, adesso lui ci garantisce uno stipendio di 1.100 euro, uno stipendio da operaio».

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