Antonio Signorini
da Roma
Alleanza nazionale e Lega nord piantano paletti politici sulla previdenza e avvertono gli alleati: nessun ulteriore cambiamento sulletà pensionabile e sul lancio della previdenza integrativa attraverso il trattamento di fine rapporto. I due partiti hanno lanciato al governo messaggi identici. «Non è ipotizzabile aumentare letà pensionabile. E questo lo dico anche a Berlusconi, noi non siamo daccordo», ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier riferendosi al ragionamento del premier sulle mutate condizioni di vita degli italiani. Fini pensa soprattutto ai mestieri manuali: «Un conto - spiega - è lavorare trentanni in attività usuranti e un conto è lavorare trentanni dietro una scrivania».
Più drastico il ministro del Welfare Roberto Maroni che non entra nel merito e si limita a ribadire che la riforma previdenziale «è un capitolo chiuso». Battuta che ha suscitato la reazione del numero due di Forza Italia Fabrizio Cicchitto: «Maroni ha perso un occasione per tacere. Berlusconi non aveva proposto laumento delletà pensionabile ma aveva sviluppato una riflessione sulla condizione di vita, di reddito e di lavoro degli italiani».
Il cambiamento sulletà del ritiro, quindi, non è mai stato in discussione, a differenza della riforma del Tfr.
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