E la leva dura sette anni

Le pratiche per il visto richiedono mesi. L'unico volo esistente è della compagnia di bandiera, e parte da Pechino. Le valigie vengono legate in fondo all’aereo, alcuni sedili sono senza schienale, le hostess servono solo acqua e uno sciroppo giallo. Atterri nella capitale e ti sequestrano passaporto, patente, biglietto di ritorno e cellulare, anche se nel Paese non c'è ricezione. Segue una radiografia, una scansione al metal detector e una perquisizione corporale. Una guida e un funzionario, di lì in poi, ti seguiranno sempre e ti porteranno solo dove vorranno: in hotel, dormiranno nella stanza accanto alla tua. L'Hotel di solito è lo Yanggakdo, ma vicino c'è l'incompiuto Ryugyong, il più grande del mondo, 105 piani, 305 metri di altezza, nelle intenzioni coperto di specchi e visibile dallo spazio. I turisti accettati in tutto il Paese sono meno di 50 all'anno. Alle 22 la corrente elettrica viene tolta, l'acqua calda invece è in funzione solo per quattro ore. Nel miglior hotel del Paese. Agli abitanti è proibito guardarti e rivolgerti la parola. Non c'è tv né radio, la gente del mondo non sa nulla di nulla. Non puoi fotografare.

I coreani del Nord muoiono letteralmente di fame, alcune agenzie delle Nazioni Unite hanno scritto che si sono perpetrati assassini a scopo alimentare, il Fondo di assistenza ha descritto mercati in cui la carne umana era stesa su stuoie di paglia. Ma ora hanno l'atomica.

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