Brescia - La madre di Hina si dispera per la sorte del marito. Trent’anni di reclusione all’uomo che ha sgozzato la figlia è troppo secondo questa donna. Ieri è arrivata in aula, accompagnata dai figli si è seduta e ha ascoltato la sentenza. Non riusciva a crederci, una tragedia nella tragedia, alla lettura della sentenza ha dato in escandescenze e ha gridato: «così me lo ammazzano». Lacrime e disperazione, pugni sui muri fino a sentirsi male, tanto che è dovuta arrivare un’ambulanza del 118 di Brescia per portarla via. La donna è uscita dall’aula iniziando a urlare frasi in pakistano e in un italiano sconnesso. In forte stato di alterazione nervosa, la donna è stata caricata sull’autoambulanza e portata in ospedale. «Purtroppo questa donna deve svolgere il ruolo di moglie pakistana - ha commentato Souad Sbai, la presidente dell’Associazione delle donne marocchine in Italia (Acmid-Donna) - lei è ancora rinchiusa in questa comunità e deve far vedere che sta dalla parte del marito.
Chiediamo alle associazioni locali di aiutarla, insegnandole la lingua che non conosce nonostante sia qui da vent’anni anni e dandole una psicologa che le insegni a dire di «no» al marito e a poter piangere per la figlia che ha perso».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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