E Marchionne si prepara a guidare anche Chrysler

Uno e trino: Sergio Marchionne, una volta ottenuto il via libera definitivo all’alleanza con Chrysler, si preparerebbe ad aggiungere l’incarico di ad della nuova società italo-americana, con quelli di ad di Fiat Group e Fiat Group Automobiles (ma il top manager è anche presidente di Maserati e di Cnh, oltre che vicepresidente del colosso bancario svizzero Ubs, tanto per citare alcuni degli altri incarichi di rilievo). Nell’auto, il precedente più recente si riferisce a Carlos Ghosn, diviso tra Renault e Nissan.
A vedere Marchionne impegnato anche Oltreoceano è Automotive News, anche se si deve tener conto che nella composizione del futuro management di Fiat-Chrysler l’ultima parola spetterà alla Casa Bianca a cui, come anticipato dal Giornale, andranno alcuni posti nel cda. E sempre al governo Usa toccherà poi indicare il nome del presidente. Oltre a Marchionne, punto fermo della futura società sarà Alfredo Altavilla, che ha affiancato l’ad nei negoziati, mentre per la componente Usa - task force a parte - si guarderebbe alle figure che vantano una maggiore esperienza, per esempio nei rapporti con i sindacati e le istituzioni (Tom LaSorda) e in quelli con la rete commerciale e tutto il marketing (Jim Press). Prima, però, che prenda corpo un cda del genere, sempre che il 30 aprile decolli l’alleanza, la partecipazione di Fiat dovrà essere sicuramente superiore al 20% iniziale. In proposito, si fa infatti strada l’ipotesi di un consiglio di transizione, magari ancora guidato da Bob Nardelli, il manager espresso dal fondo Cerberus che aveva rilevato la maggioranza di Chrysler da Daimler, e via via rapportato al cambiamento degli equilibri. «In questo momento - ha precisato ieri un portavoce della casa americana - non abbiamo variazioni di management da annunciare», ribadendo quanto affermato la settimana scorsa all’Auto Show di New York dall’attuale presidente Press. Marchionne, intanto, è rientrato dagli Stati Uniti e domani dovrebbe presenziare all’assemblea di Ubs, prima di affrontare con il cda del Lingotto i conti del primo trimestre (23 aprile). La trattativa sull’alleanza con Chrysler, intanto, prosegue: il nodo da sciogliere resta sempre quello delle banche. I creditori, bocciata un’iniziativa del Tesoro per la ristrutturazione del debito, dovrebbero presentare una controproposta. Fiat, comunque, sarebbe a caccia di risorse, tramite i fondi per il salvataggio delle banche Usa, attraverso Cnh Capital.

Risorse che - afferma Detroit Free Press - potrebbero aiutare il Lingotto a migliorare le proprie riserve e a finalizzare l’alleanza con Chrysler. Cnh Capital dovrebbe poter accedere a uno dei programmi della Fed e così ripagare il prestito da 2,5 miliardi ricevuto da Fiat nel 2008.

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