Desenzano del Garda - "Whisky, sole,... e sei in pole position". "Taac!". "Vado in giro con la mia rete da safari, lancio, catturo la pantera e scatta la libidine!". "Uè Africa! Back in the Jungle!". "La neve e i ghiacci li lasciamo al Fogar che si sbarba col Marmaduk!". "Wè Fisichella... siamo in pole position?". Sono solo alcune delle frasi-tormentone che hanno reso celebre "il Zampetti", cumenda milanese per antonomasia.
L’attore Guido Nicheli è morto ieri all’ospedale di Desenzano del Garda per un ictus. Stempiato al punto giusto, aitante, con i suoi bei baffi folti, era diventato famoso interpretando, in moltissimi film e serial tv, la parte del "cumenda", un commerciante di salumi simpatico ma sbruffone, sempre sopra le righe e desideroso di mostrarsi più importante di quanto fosse nella vita reale. Un personaggio che aveva fatto la fortuna di Nicheli anche se lo aveva imprigionato in uno steerotipo, sia pure di gran successo (aveva persino dei fans club).
Nicheli, conosciuto anche col nomignolo di Dogui, faceva l'attore per passione, sin da quando recitava continuando a fare l’odontotecnico col cugino dentista, nello studio del quale un giorno lo chiamò Enrico Vanzina per proporgli quel personaggio, che al regista pareva fatto apposta per lui. Partì quindi per Roma, dove venne girata la puntata televisiva numero 0 dei "Ragazzi della III C", che piacque a tal punto che ne vennero realizzate tre serie a fine anni Ottanta.
Da allora per "Il Zampetti" è una serie lunghissima di nuove commedie all’italiana, dalle varie "Vacanze" dei fratelli Vanzina (da Vacanze di Natale del 1983 a Vacanze sulla neve del 2000) sino a Paolo Villaggio (Fantozzi 2000 - La clonazione), mentre prima dell’exploit televisivo aveva già partecipato a Una vacanza bestiale come a "Eccezzziunale ... veramente", "Viuuulentemente mia", per arrivare a "Sapore di mare".
Un film drammatico con Dino Risi Nicheli amava il suo cummenda, sicuramente, e lo recitava con gusto, ma anche ci teneva, a chi gli parlava della sua carriera, a ricordare un film particolare, "Lo scemo di guerra" di Dino Risi, suo unico ruolo drammatico (in cui tra l’altro è doppiato in siciliano), grazie al quale andò anche al Festival di Cannes Lo sguardo intenso, serio nelle sue iperboli parlando di soldi e cose da comprare, gioielli per tacitare la moglie come "fabrichette",
dei suoi maiali, ma più spesso di "maiale", ovvero donne e amanti, Nicheli aveva una gestualità continua delle mani che sono la vera caratteristica del personaggio, assieme all’intonazione e l’inflessione lombarda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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