E nel 2007 tornerà al «Maggio»

Il direttore sarà sul podio per l’«Orfeo e Euridice». Zubin Mehta firmerà l’«Oro del Reno». In programma concerti di Barenboim

Lorella Romagnoli

da Firenze

Un Settantesimo strepitoso nel segno del mito e della contemporaneità che ruoterà intorno a tre stelle: Riccardo Muti, Zubin Mehta e Daniel Barenboim. È il biglietto da visita del Maggio Musicale 2007, dal 25 aprile al 30 giugno. Segnerà la rinascita dello storico festival, dopo un anno difficile vissuto dal teatro: il commissariamento, il piano di ristrutturazione, i tagli alla programmazione e agli stipendi. Il peggio sembra essere passato e l’inizio del processo di rilancio comincia già ad avere dei buoni risultati. A dare un senso strategico alla rinascita è la presentazione in anticipo del Maggio Musicale insieme alla stagione del 2006-2007. Oltre quaranta serate per il Settantesimo, tra spettacoli e prime assolute, illustrate ieri dal sovrintendente Francesco Giambrone, dal direttore artistico Paolo Arcà e dal sindaco Leonardo Domenici. La sorpresa è il gran ritorno di Riccardo Muti per Orfeo e Euridice di Gluck in forma di concerto, trent’anni dopo la straordinaria produzione fiorentina con la regia di Luca Ronconi. L’amore tra Muti e il Maggio è antico e solido. La doppia serata di Muti sarà anticipata dalla prima assoluta di Antigone commissionata a Ivan Fedele, al suo debutto operistico e diretta da David Robertson. Altra punta di diamante, l’avvio della Tetralogia wagneriana, progetto pluriennale coprodotto con il nuovo Palau de les Arts di Valencia: Oro del Reno e La Valchiria. Sul podio Zubin Mehta; a firmare la regia la Fura Dels Baus. Nuovo allestimento anche per La Dafne di Marco da Gagliano diretta da Gabriel Garrido e con Davide Livermore alla regia. Il versante concerti offre la residenza del pianista Daniel Barenboim protagonista insieme a Mehta, l’Orchestra del Maggio e la Staatskapelle Berlin. Mariss Jansons, Leonidas Kavakos e Fazil Say, sono gli altri pilastri della sinfonica. Non mancherà la danza con le novità per l’Italia firmate da Maurice Béjart e Lucinda Childs. A rafforzare l’originario intento interdisciplinare del Festival, una serata dedicata alla prosa. Sul palco l’affascinante attrice Fanny Ardant a interpretare frammenti dalla Medea di Euripide.

La stagione autunnale ruoterà intorno a Rossini (Il Barbiere di Siviglia) a un rarissimo Mozart (La finta giardiniera) a Felix Mendelssohn-Bartholdy (Elias diretto da Ozawa) e a Puccini La Bohème. Di qualità, infine, anche i concerti e la danza.

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