La «madre» di tutte le inchieste di mafia vede la new entry della madre del pseudo-collaborante, non più teste, coimputato a piacere, attualmente indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, Massimo Ciancimino. A poche ore dallennesimo exploit mediatico del figlio nella trasmissione di Gad Lerner su la 7 («era linizio degli anni 70, si tenne un incontro in un ristorante milanese, a piazzale Diaz. Cera anche mia madre. Poi Berlusconi e mio padre tornarono ad incontrarsi, unaltra volta, forse due») la signora Epifania Scardino, vedova dellex sindaco mafioso di Palermo, è corsa in soccorso del pargolo accusato recentemente dalla polizia scientifica daver falsificato un «documento» attribuito allillustre genitore nella parte in cui, coincidenza, si faceva proprio riferimento al premier. Confermando e rilanciando le ultime rivelazioni dal suo Massimino (accuse che la donna ha evitato però di riferire ai magistrati negli interrogatori di luglio e settembre) la signora sè ricordata di esser stata presente a due incontri su tre fra don Vito e Silvio fra il 73 e il 75, in un ristorante milanese dove il primo avrebbe chiesto al secondo dei tempi di rientro di alcuni investimenti fatti e degli sviluppi del progetto edilizio Milano 2. Condannata a un anno per intestazione fittizia di beni nel processo riconducibile al patrimonio del marito nel quale Massimo ha incassato una condanna (3 anni e 4 mesi per riciclaggio, tentata estorsione e intestazione fittizia di beni) con la deposizione di ieri la signora, a otto anni dalla dipartita del marito, ha cercato di portare il suo contributo allassemblaggio del puzzle economico che vuole don Vito e «don Silvio» in affari per il reinvestimento di denaro mafioso nella realizzazione del complesso edilizio Milano 2, tirato su dallEdilnord. Con un ben più consistente ritardo, a 25 anni dai fatti di cui giura di essere stato testimone, si è appalesato in procura tal Giovanni Scilabra, ex direttore generale della Banca Popolare di Palermo, che ha riferito daver ricevuto in agenzia la visita di Ciancimino e DellUtri per un prestito di 20 miliardi alla Fininvest «perché esposta per miliardi». A parte che DellUtri ha querelato Scialabra smentendo di averlo mai incontrato; a parte che Ciancimino jr ha sempre detto che il padre «schifava» DellUtri e che non laveva mai voluto vedere (poi sè corretto e ha detto che lo voleva incontrare, attraverso lonorevole Catania, ma non ci riuscì); a parte che tutte le indagini patrimoniali hanno accertato che negli anni Ottanta la Fininvest godeva di ottima salute; a parte che la perizia dei pm del processo DellUtri ha acclarato «la legittimità degli apporti finanziari intervenuti alle origini della Fininvest»; a parte questo e tanto altro, per inquadrare la sortita della vedova occorre riflettere su certe scadenze. Il 2 luglio la Dda di Caltanissetta spedisce la Dia a perquisire case e uffici dei familiari di Ciancimino jr. Quattro giorni dopo il blogger Enrico Tagaliaferro pubblica un libro shock su gravissime anomalie nelle carte e nelle parole di Massimino collegate anche alla lettera-bufala in cui don Vito avrebbe minacciato Berlusconi di spiattellare urbi et orbi lorigine di Forza Italia. Passano tre giorni e madre e figlio si presentano in procura (a Palermo, non a Caltanissetta) per consegnare una fotocopia di un confuso documento dattiloscritto asseritamente di don Vito (che di solito, però, scriveva a penna) dove si faceva riferimento al tentativo di Borsellino di opporsi alla trattativa dei carabinieri. Il pezzo di carta, spiega la mamma, era sfuggito alla perquisizione perché giusto il giorno prima, guardando in una «carpetta» laveva rinvenuto e laveva consegnato subito al figlio, che laveva messo al sicuro, beffando così i segugi nisseni. Curioso. Come è curiosa la vicenda dellassegno (in fotocopia) di Ciancimino senior a Berlusconi che la signora avrebbe consegnato ai pm palermitani.
Il condizionale è dobbligo perché non tutti sono certi di questa consegna, prova ne è il blitz della Dia in unauto, sbarcata tempo addietro nel porto di Ancona, riconducibile a Ciancimino. La Dda di Caltanissetta cercava documenti in originale e pure assegni, che la Dda di Palermo forse avrebbe già, ma in fotocopia. Chi ci capisce qualcosa, Ciancimino è.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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