E ora arriva il passaporto biologico

Controlli a sorpresa del sangue e delle urine, reperibilità ventiquattro ore su ventiquattro, esame del Dna e, adesso, anche il «passaporto biologico». Nel ciclismo non si scherza affatto, anche se ormai la lotta al doping è globale e non riguarda più solo lo sport delle due ruote.
La notizia è di ieri: l’Unione ciclistica internazionale vuole introdurre dalla prossima stagione il «passaporto antidoping» per i corridori. L’ha spiegato con una nota Anne Gripper, responsabile della lotta al doping per l’Uci, spiegando che tutti i ciclisti delle squadre ProTour (la massima divisione del ciclismo) dovranno fornire campioni di urina e sangue allo scopo di creare dei veri e propri documenti biologici in grado di delineare un profilo medico utile per dei raffronti in occasione dei test antidoping.
«Ogni ciclista diventerà il punto di riferimento personale di se stesso – spiega la Gripper -: l’Uci utilizzerà i dati del passaporto antidoping come termini di paragone su cui valutare eventuali indizi relativi all’uso di prodotti o metodi proibiti».
I dettagli del «passaporto biologico» dovrebbero essere delineati all’inizio della prossima settimana in occasione del meeting internazionale sul doping che si svolgerà a Parigi.
A Madrid, il prossimo 17 novembre, la Wada (laboratorio mondiale dell’antidoping), eleggerà il successore di Dick Pound. E mentre si parla di portare da due a quattro gli anni di squalifica, Jean François Lamour, candidato francese alla presidenza, si è dimesso e ha ritirato la sua candidatura.
«La Wada ha fatto un grosso passo indietro di dieci anni», ha detto l’ex ministro francese invocando la possibilità di partecipare alla creazione di un nuovo «organismo europeo» di lotta al doping.


Insomma, la piaga del doping c’è ed è evidente, ma per dirla con Beppe Saronni, «il timore è che tra un po’ si arrivi a prendere agli atleti le impronte digitali e a munirli di braccialetti elettronici», mentre in ogni angolo del mondo prolificano laboratori e organismi di controllo antidoping. Il doping è certamente un buonissimo affare per la criminalità organizzata, ma anche l’antidoping comincia ad essere interessante...

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