da Parigi
La «sorpresa Bayrou» esplode nella campagna elettorale francese, in vista delle presidenziali del 22 aprile e 6 maggio. François Bayrou, 55 anni, guida un partito storicamente collocato a destra (l'Union pour la démocratie française, Udf), che negli ultimi anni si è spostato sul centrosinistra. Al Parlamento europeo l'Udf ha abbandonato i «Popolari» per costituire un gruppo comune con la Margherita italiana. Adesso i petali dell'Udf si spingono negli spazi elettorali dei socialisti francesi, una parte dei quali comincia a diffidare seriamente delle doti politiche di Ségolène Royal, candidata ufficiale del partito.
I sondaggi dimostrano la crescente popolarità di Bayrou, che potrebbe persino mettere in discussione la supremazia dei due «grandi» candidati all'Eliseo: il presidente del partito di centrodestra Union pour un Mouvement populaire (Ump), Nicolas Sarkozy, e appunto la Royal. La formazione politica di Bayrou è nettamente più debole dell'Ump e del Partito socialista, ma sta giocando la carta del «centro» e quella della «riunificazione» dei francesi dopo una lunga storia di contrapposizioni destra-sinistra. Non è detto che - elettoralmente parlando - sia una cattiva idea.
Secondo le più recenti indagini demoscopiche, Bayrou ha tutte le chances di avvicinarsi al primo turno alla soglia del 20%. Siccome Sarkozy e la Royal sono rispettivamente accreditati di un risultati vicino al 30 e al 25%, Bayrou è ancora lontano dalla qualificazione per il ballottaggio. Ma il suo trend è favorevolissimo. All'inizio i sondaggi gli attribuivano un risultato simile a quello da lui ottenuto alle presidenziali del 2002: appena il 7%. Poi una serie di scalini sempre più esaltanti: il 9%, l'11, il 13 e adesso addirittura il 19. Più Bayrou va a caccia nelle riserve del centrosinistra, e più i sondaggi gli sono favorevoli. È come se l'opinione pubblica francese si servisse di lui per esprimere il desiderio di superare i vecchi steccati. Intanto anche il clan elettorale di Sarkozy ha cominciato a preoccuparsi di quell'Ufo, intento a far capriole nel cielo preelettorale transalpino. Le sortite polemiche anti-Bayrou sono sempre più frequenti tra i leader del centrodestra. Curiosamente i collaboratori di Sarkozy e quelli della Royal rinfacciano la stessa cosa a Bayrou: le indiscutibili radici di destra del suo partito (che in altri tempi ha persino strizzato l'occhio all'estrema destra).
La linea di Bayrou è quella di andare avanti per la propria strada, cercando voti soprattutto al centro e al centrosinistra. Teoricamente Sarkozy dovrebbe essere ben felice di questa situazione, che gli lascia campo libero sul centrodestra. Solo che l'idea di trovarselo di fronte al ballottaggio non gli fa assolutamente piacere: dal punto di vista di «Sarko», è molto più facile sconfiggere la Royal, una socialista in cerca d'alleanze con comunisti e trotzkisti, che il «democristiano» Bayrou (europeista, pragmatico, buon cattolico e capace di pescar voti un po' dappertutto).
Semmai Sarkozy avesse qualche dubbio, i sondaggi lo fanno svanire: la sua vittoria contro la Royal sarebbe probabilmente netta (con almeno 4 di vantaggio) mentre l'esisto di un duello finale con Bayrou sarebbe incertissimo. Come dire che i due candidati divisi da tutto - Sarkozy e la Royal - hanno almeno un interesse in comune: spazzar via Bayrou al primo turno.
Galvanizzato dalla rimonta, Bayrou non perde occasioni per polemizzare con i suoi due rivali. Ieri ha attaccato il progetto della Royal a proposito del gruppo aeronautico Airbus, che la candidata socialista vorrebbe rilanciare con i quattrini pubblici delle regioni francesi. «È semplicemente inimmaginabile prendere i soldi dei contribuenti per finanziare la ristrutturazione industriale di Airbus», ha detto Bayrou, respingendo l'idea della Royal.
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