nostro inviato a Como
«Bastardi, 50 anni dovete prendere. E farli separati». Non cè più posto per la comprensione nel cuore di Carlo Castagna. Luomo che aveva perdonato gli assassini che nella strage di Erba dell11 dicembre 2006 avevano ucciso sua moglie Paola Galli, la figlia Raffaella e il nipote Youssef di appena due anni, non cè più. Luomo che aveva messo da parte il rancore per Azouz Marzouk, tanto da partecipare (lui cattolico) ai funerali della figlia in Tunisia è un ricordo lontano. Sbiadito. Limmagine fissata dalle telecamere Sky al Tribunale di Como mostrano un uomo carico dodio. Il «mito» si infrange in pochi secondi, durante una pausa del processo per la strage a Como. Basta uno sguardo appena incrociato con Olindo Romano, imputato con la moglie Rosa Bazzi. Luomo in cella lo guarda e sussurra «vaffan... ». Rosa è lì, sente e capisce subito. Gli copre la bocca con la mano: «Stai calmo che ci sono le telecamere». Un agente di polizia penitenziaria prova a rassicurarlo, Rosa dice al marito: «Dài retta a lui». No, risponde Olindo: «Ci hanno tirato merda fino allaltro ieri, non me ne frega niente delle telecamere». Olindo resta lì, fiero. Rosa piange. La tensione sale, Castagna fissa la cella e mastica rabbia. Poi i riflettori tornano sul processo.
Lodio di Castagna si lega a doppio filo allesito del processo. Tuttaltro che scontato dopo le deposizioni dei Ris di Parma, che hanno confermato infatti lassenza di macchie di sangue delle vittime nellappartamento-lavanderia dei due vicini di casa. Circostanza inspiegabile, se si pensa che secondo le confessioni, i due si sarebbero cambiati lì in pochi secondi per poi fuggire senza essere visti. Il giallo si è infittito con la deposizione di Carlo Torre, esperto di medicina legale delluniversità di Torino. Secondo il perito della difesa la quarta vittima della strage, Valeria Cherubini, sarebbe stata uccisa nel suo appartamento, poco dopo larrivo dei primi soccorsi, come confermano le macchie da schizzo e un taglio nella tenda davanti al cadavere della donna.
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