Girotondo intorno al Vaticano. La peste pedofila e linganno della Sindone. Carte, documenti, inchieste. Presto, si spera, un verbale di epoca medioevale per smascherare la costruzione del falso sudario di Cristo. I tempi cambiano e i temi si aggiornano. Vuoi mettere gli Spatuzza e i Mills con le presunte pagine nere, strappate dalle biografie di Wojtyla e Ratzinger? Elettrizzante. E allora avanti con lattacco: il partito giustizialista assalta il Cupolone come neanche il vecchio Garibaldi che aveva ribattezzato il suo asino Pio IX, il partito del pregiudizio metterebbe volentieri le manette ai polsi di qualche eminenza, intanto smonta, come fosse in unaula di tribunale, il mito della Sindone che, proprio in questi giorni, calamita a Torino folle sterminate.
Micromega e Il Fatto vanno alla guerra senza se e senza ma. Articoli, saggi, analisi: una cascata di titoli che non lasciano scampo. Così, in ordine sparso, Luigi Garlaschelli: Perché la Sindone è un falso; Paolo Cozzo: Le mille e una Sindone; Andrea Nicolotti: La leggenda delle scritte sulla Sindone; Gaetano Ciccone: Sindone, polline e bugie. E poi cè Mauro Pesce che ci dovrebbe spiegare perché la Chiesa ha scelto di «puntare» su un prodotto contraffatto. Autenticandolo. E ancora, ecco il brillante Piergiorgio Odifreddi che si confronta, si fa per dire, con monsignor Giuseppe Ghiberti «sulla bufala che come testimonianza storica vale come il film di Gibson». The passion.
È un assedio. Come era ai tempi doro quello al Berlusconi del processo Sme. O del Lodo Mondadori. O del Lodo Alfano. Ora cè il lodo dei lodi, sulla pedofilia. E il sommo pontefice Paolo Flores dArcais si cimenta con un pezzo sobrio fin dal titolo: Perché Ratzinger e Wojtyla sono responsabili per la peste pedofila. Accattivante. E garantista, comè nella tradizione del micromeghismo e dei girotondi manettari. La newsletter di Micromega elenca titoli che sembrano presi a prestito da un cofanetto a luci rosse: I peccati di padre Murphy; Linferno italiano; Il segreto di Ratzinger.
Insomma, se le bugie di Berlusconi hanno le gambe lunghe sedici anni, quelle della Chiesa hanno una falcata millenaria. Flores dArcais, più ubiquo di Padre Pio, dilaga sul Fatto con un altro articolo-ariete che almeno ha il pregio di porre un punto di domanda nel titolo: Il Vaticano ha taroccato il documento sulla pedofilia? Siamo, come si vede, sempre dalle parti del complotto e della falsificazione: il Vaticano avrebbe recentemente manipolato e risistemato il documento, ufficialmente presentato come risalente al 2003, in cui si introduce lobbligo di denuncia dei preti pedofili allautorità civile. Dunque, una manina avrebbe retrodatato la carta per mettere a posto limmagine e la coscienza. Ma Flores dArcais, il mastino del laicismo, non molla la presa e azzanna il portavoce della Santa Sede padre Federico Lombardi ponendogli quattro domande, va da sé, «cruciali». Siamo nel sancta sanctorum del dogma del pregiudizio.
Il girotondo è frenetico. Dalla Sindone ai pedofili e dai pedofili alla Sindone. Senza farsi mancare nulla. Il sacro business. Il Medioevo televisivo della Sacra Sindone. E, persino, un quasi umoristico Il telo made in China. Il sarcasmo viene spalmato come il burro a colazione e lunica certezza è che il lenzuolo non può essere il sudario di Cristo, «morto almeno dodici secoli prima».
Dal Cristo ai suoi successori. «Gli ultimi due pontefici - tuona Flores dArcais - hanno imposto che i crimini di pedofilia venissero trattati solo come peccati e non come reati da denunciare alle autorità giudiziarie. Queste omesse denunce sono responsabili di un numero altissimo di violenze che altrimenti sarebbero state evitate». Non cè niente da fare, la Chiesa è nellangolo e non può invocare nemmeno la prescrizione che invece potrebbe coprire il pastrocchio della Sindone.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.