E ora si parla di mail che portano a Tulliani

Nuove rivelazioni da Santa Lucia. Il ministro della Giustizia ribadisce: le società di Montecarlo sono del cognato di Fini. Nella capitale sbarca Lavitola, il direttore dell'Avanti! coinvolto nei giorni scorsi da Bocchino

E ora si parla di mail che portano a Tulliani

Castries (Santa Lucia) - Nel cielo una volta tanto sereno di Santa Lucia la notizia piomba come un fulmine. Dopo aver evitato di incontrare la stampa italiana in mattinata, il ministro della Giustizia della nazione insulare, Lorenzo Rudolph Francis, convoca una conferenza stampa per le quattro del pomeriggio. A fare gli onori di casa è come sempre il portavoce del premier, Darnley Lebourne, e il ministro autore della lettera secondo la quale Tulliani è il «beneficiario effettivo» di Printemps e Timara esordisce spiegando che è l’ultima volta che fornirà chiarimenti, perché «a Saint Lucia non piacciono le intrusioni come questa». Non pochi minuti al volo, come accaduto nell’incontro precedente, convocato solo per confermare l’autenticità della missiva. Stavolta la conferenza stampa è fatta di domande e di risposte: emergono nuovi dettagli interessanti. Viene fatto espressamente il nome di Giancarlo Tulliani, per esempio, confermando che dai documenti raccolti nell’indagine preliminare emergeva con certezza che lui fosse il «beneficial owner», e di entrambe le società: Printemps e Timara. Ma il vero colpo di scena arriva quando alza la mano per fare una domanda Walter Lavitola, il direttore dell’Avanti indicato nei giorni scorsi da Italo Bocchino come autore del documento-patacca, prima che proprio il ministro della Giustizia ne rivendicasse l’autenticità.
«È vero che tra i documenti di questa indagine avete una e-mail spedita da James Walfenzao a Michael Gordon (il direttore della Corpag, che ha registrato i contratti della Printemps e della Timara, ndr), risalente all’inizio di agosto?». Il ministro ride, e anche se prima aveva negato risposte a domande troppo specifiche stavolta butta un’occhiata al portavoce e poi replica con enfasi: «Yes». Lavitola doppia: «Ed è uno dei documenti chiave dell’indagine?». Francis stavolta scuote la testa e dopo qualche secondo spiega di non poter rispondere. Inevitabilmente, l’arrivo di Lavitola, accompagnato da giornalisti centroamericani, tra cui il dominicano Jose Antonio Torres, primo a pubblicare la lettera, ruba la scena al ministro, che conclude la press conference questionando sulla data dell’inizio dell’indagine. «Due, tre mesi», spiega, ma gli vien fatto notare che in mattinata, alla stampa locale, aveva parlato di un lasso di tempo maggiore, quando il caso Montecarlo non era di pubblico dominio. Così Corrado Formigli di Annozero domanda al ministro se ha mai visto prima Lavitola. Francis nega. L’incontro finisce lì, il ministro va via ma Lavitola no. E spiega di aver avviato un’indagine in proprio. Al centro delle sue carte, quella mail. Datata 6 agosto, e in cui, spiega l’editore, «Walfenzao parla in maniera chiarissima e inequivocabile di Tulliani, pur non citandolo espressamente». Walfenzao spiegherebbe a Gordon di essere preoccupato per le tensioni tra Berlusconi e Fini poiché la sorella del suo cliente aveva un forte rapporto col presidente della Camera.

E l’arrivo a sorpresa di Lavitola? «Era annunciata, non ci sono misteri, anche Torres ora lavora per me, gli ho fatto un contratto, ma naturalmente l’ho contattato solo dopo che il documento era già pubblico». Per ora, è l’ultimo colpo di scena.

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