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«E ora sono costretto a proseguire un altro anno»

Il «brontolo» del gruppo: «Pensavo di dire basta, così invece devo andare avanti»

da Genova

Noè è il vecchio che avanza, l’esperienza, la passione, il lamento. «Devo fare altri 300 metri in salita per andare in sala stampa: non ne posso più. Non possono venire giù i giornalisti?», dice gigione questo ex giovanotto di quasi 39 anni. Noè è da sempre il «brontolo» del gruppo, perché incontentabile, indolente ma anche inamovibile e inossidabile. «Mi piace fare fatica, per questo mi lamento...». Si compiace della sua fama. «Sono un perfezionista, per questo non mi considero mai veramente soddisfatto. Oggi? Sì, lo ammetto: sono contento. È il premio alla mia carriera, anche se questa maglia rosa mi obbliga ad andare avanti ancora un anno. Sono costretto a rinnovare il mio contratto di un altro anno con la Liquigas, a mettere in preventivo un’altra stagione di fatica». Non ce la fa proprio Noé a vedere semplicemente il bicchiere mezzo pieno, o meglio, si compiace a fare il lamentoso: ormai è il suo marchio di fabbrica. «La Liquigas è una famiglia, ma è da tanto tempo che vado in giro per il mondo, sacrificando mia moglie Simona e e mia figlia Camilla. Pensavo di dover dire basta, adesso è praticamente un dovere: non posso dire no».
Gli viene il magone al «brontolo» del gruppo, che gioca a fare il duro, a far vedere che tutto gli scorre addosso, anche se a scendere è una lacrima. «Mi capita...», dice facendo la parte di Fonzie. Tenero Noé, ma soprattutto leale, un esempio per le nuove generazioni: «Siamo qui solo per Danilo Di Luca, l’uomo più forte del Giro e abbiamo tutti un solo obiettivo: portarlo in rosa a Milano».

Vede rosa Noè.

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