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E ora vogliono tirare in ballo persino Letta

RomaUn raggiro da 12 milioni di euro ai danni dei terremotati abruzzesi e un’inchiesta che ora rischia di infangare Gianni Letta (nella foto). Che non è indagato ed è estraneo ai fatti contestati agli arrestati che millantavano rapporti con Palazzo Chigi. Il nome del sottosegretario, infatti, compare di striscio nelle intercettazioni dell’inchiesta della Procura dell’Aquila sul tentativo di mettere le mani sui fondi Giovanardi destinati alle popolazioni colpite dal sisma.
Sono due le persone arrestate su disposizione del gip Marco Billi con l’accusa di tentata truffa ai danni dello Stato, cinque quelle indagate. L’indagine, partita nel maggio del 2010, tocca molto da vicino palazzo Chigi, non solo perché viene tirato in ballo Letta, ma anche perché Fabrizio Traversi, 62 anni, ora ai domiciliari, è un dipendente della presidenza del Consiglio. Il rischio che Letta finisca nel tritacarne mediatico, dunque c’è, nonostante gli inquirenti garantiscano che nulla è emerso a suo carico.
È lo stesso procuratore capo Alfredo Rossini a parlare del «coinvolgimento di numerosi soggetti istituzionali ingannati o inconsapevolmente strumentalizzati» da Traversi (tra l’altro ex direttore del Sistema qualità della montagna del disciolto ente italiano della montagna) e dal medico aquilano Gianfranco Cavaliere, 36 anni, figlio di un consigliere comunale Pdl dell’Aquila, anche lui ai domiciliari. I due, che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, avrebbero tentato di distrarre le somme destinate ai comuni ingannando i sindaci che avevano presentato i progetti. Per cercare di mettere le mani sui contributi avevano costituito una serie di onlus collegate tra loro e una fondazione denominata «Abruzzo solidarietà e sviluppo». Se il tentativo di truffa non è riuscito, scrive il gip, «è per ragioni estranee alla loro volontà», come la «reazione del Comune dell’Aquila e la diffidenza dei componenti regionali».
«Queste sono operazioni corsare, noi incassiamo e spariamo», dice Traversi a Cavaliere in un’intercettazione.

Nell’inchiesta compaiono anche i nomi di due alti prelati che erano al vertice della fondazione fino alle loro dimissioni, arrivate i primi dello scorso agosto, l’arcivescovo dell’Aquila monsignor Giuseppe Molinari e il vescovo ausiliare dell’arcidiocesi del capoluogo monsignor Giovanni D’Ercole. Il 30 di agosto anche Traversi e Cavaliere uscirono dall’organismo. Sotto inchiesta sono finiti pure Silvano Cappelli, sindaco di San Demetrio, Nicola Ferrigni, ricercatore Eurispes e l’ex assessore Mahmoud Srour.

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