Il Santo Padre ha un debole per lImperatore. Inteso, si capisce, come Franz Beckenbauer. Il Kaiser, appunto. Lo ha rivelato il cardinale Tarcisio Bertone: il campione preferito da Papa Ratzinger è il libero e pietra angolare del Bayern Monaco di trenta e più anni fa. Forse è anche questione di intrecci del destino. Medesime origini (Baviera), tappe di vita importanti nello stesso anno, il 1977 (Ratzinger ordinato arcivescovo di Monaco e Frisinga, Beckenbauer via dal Bayern per lavventura nei New York Cosmos). E persino lo stesso atteggiamento da tenere, almeno ufficialmente, davanti alla semifinale Italia-Germania di martedì a Dortmund.
Kaiser Franz è il presidente del comitato organizzatore del mondiale tedesco, nessuno dubita per quale nazionale batterà il suo cuore: fra laltro cè la ferita personale della sfida di Messico 70 da cucire. Ma il ruolo ufficiale imporrà contegno. Dal canto suo, Papa Ratzinger, tedesco nel cuore di Roma, venerdì sera ha ritardato la cena per assistere ai rigori di Germania-Argentina ma in semifinale parteggerà per entrambe le squadre. Come dire, linfallibilità del tifo. Parola di don Georg Gaenswein, segretario del Pontefice, bavarese lui pure. Che, però, riconosce apertamente la propria preferenza. «Il Pontefice avrà un cuore grandissimo sia per la Germania che per gli azzurri. Ma il segretario di Sua Santità tiferà Germania».
Gaenswein, che conserva nel suo studio le bandiere delle due nazionali e ipotizza di esporle entrambe alla finestra («ma se vincessero i tedeschi...») svela come verrà seguita la sfida di martedì nellappartamento papale. Schermo gigante («adatto alloccasione») e, accanto al Papa, le quattro laiche consacrate della Memores Domini. «E loro fanno il tifo per gli azzurri», spiega Gaenswein. Fatti due conti, insomma, Italia-Germania 4-1, con Papa Ratzinger «neutrale». Ma interessato. «Devo confessare che il Santo Padre ha unattenzione simpatica per levento dei Mondiali. È anche competente. Compatibilmente ai tanti impegni, li segue un pochino». Senza schierarsi, naturalmente.
Fra i cardinali, invece, cè chi non nasconde le inevitabili simpatie e chi le mimetizza fra doverose premesse. «Tiferò ovviamente Italia», assicura il cardinale Giovanni Battista Re. «Anche se noi italiani, è risaputo, siamo meno nazionalisti di altri, quando gioca lItalia siamo tutti per la nostra nazionale». «Siamo nellambito di un avvenimento mondiale e dunque è giusto aspettarsi che vinca chi è più bravo», replica il cardinale Achille Silvestrini. Che, però, non perde docchio la cronaca. «Unaffermazione dellItalia potrebbe rappresentare una rinascita nellanimo dei tifosi mortificati dagli scandali del calcio». Punto di vista che, del resto, condivide lo stesso don Gaenswein.
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