Un falò di 234 miliardi. È il conto presentato da Piazza Affari agli investitori negli ultimi 13 anni, da fine 1998 al 12 ottobre 2011, secondo lUfficio Studi di Mediobanca, che ha preparato la 65esima edizione del volume «Indici e dati». Da inizio 2010 lindice All Share ha ceduto il 27%, frenato soprattutto dai titoli bancari. Guardando al rendimento secco è impossibile trovare un istituto di credito con rendimento positivo: Credito Bergamasco ha perso l11,6%, Banca Ifis il 23,2% e la Popolare Sondrio il 24,3%. Hanno fatto peggio Intesa Sanpaolo (-53,7%) e Unicredit (-54,4%), mentre Bpm ha ceduto il 64,9%. Quanto agli assicurativi, Generali ha lasciato sul campo il 32,9%, poco più di Mediolanum (-32,5%), mentre Milano Assicurazioni ha ceduto il 73% e Fonsai il 73,2%.
In mezzo a tante ombre non sono mancate le luci: se si guarda al rendimento complessivo, che considera anche i dividendi, Mediobanca ha calcolato che Bulgari (+65,4%), Fiat (+42,5%) e Pirelli (+42,3%), i titoli con la miglior performance dal 4 gennaio 2010 allo scorso 30 giugno, hanno fatto meglio del Bund trentennale tedesco (+28%, rifugio ideale della crisi europea). Nello stesso periodo ha perso il 30,6% chi ha investito nei titoli greci 1999-2019, mentre ha guadagnato l1,5% lacquirente di Bot a un anno.
Ma più che con i titoli di Stato, Piazza Affari non regge il confronto con le altre Borse. Si è confermata ventesima nel mondo per capitalizzazione, con 436 miliardi al 30 giugno (pari al 27,9% del Pil), scesi a 359 il 12 ottobre (23% del Pil), contro i 593 miliardi di fine 2001, pari al 28% del Pil e gli 804 miliardi del 2000 (70% del Pil), in piena bolla speculativa. In testa alla classifica i colossi Usa, Nyse (9,5 migliaia di miliardi) e Nasdaq (2,8), mentre il gruppo Lse (Londra), di cui fa parte Piazza Affari, è a 2,6 trilioni, davanti a Tokio (2,5) e Nyse-Euronext (2,2). Davanti a Milano ci sono Taiwan (555 miliardi) e Johannesburg (624 miliardi), entrambe dietro fino a 10 anni fa. Ma il balzo più grosso lha fatto Mosca, da 79 a 720 miliardi.
Dove invece brilla la piazza milanese, che ha comunque perso il 55,7% del proprio valore dal 2000, contro un +586,6% di Mosca, sono gli scambi.
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