E la polizia conquista la scena

da Roma

Si chiudono così come si erano aperte venerdì le assise del Nuovo Psi. A maleparole, spintoni e risse sfiorate. Con Gianni De Michelis che dal palco annuncia «la fine dell’assemblea» e Franco Piro che ribatte candidamente che «il Congresso continua». È tutto un urlare, accusare, rinfacciare. Si alzano le mani, si tirano giacche e baveri. E se tre giorni fa era stato il gruppetto di calabresi che fa capo a Saverio Zavettieri a scatenare la rissa con una contestazione contro De Michelis, ieri la replica è toccata prima ai napoletani di Stefano Caldoro e poi, per un attimo lunghissimo in cui qualcuno ha temuto il peggio, alla platea tutta.
Il gruppetto di fedelissimi di Caldoro applaude e sostiene la segreteria di De Michelis sventolando cartelloni con su scritto «Sezione Napoli Est-Bettino Craxi. No con Di Pietro». Terminata la protesta del giovane gruppo di napoletani (caratterizzati da un’alta presenza femminile) arrivano gli insulti che si prende un delegato calabrese durante il suo intervento dal palco. «Io sono socialista, ho il diritto di contestare De Michelis se non sono d’accordo con la fase che il partito sta attraversando». «Tu – attacca il contestatore in platea – sei un cretino e stai seduto». Apriti cielo, il diretto interessato si alza e seguito da quattro-cinque compagni si avvicina minaccioso verso il delegato che gli ha dato del cretino: ancora spintoni, qualche pugno a vuoto e poi l’intervento degli addetti alla sicurezza.
La situazione è imbarazzante, al limite del ridicolo. Se ne rende conto anche De Michelis: «Si devono evitare risse, i compagni hanno diritto di esprimere il loro dissenso ma devono rimanere seduti. Il primo che prova ad alzare le mani lo faccio portare via dalla polizia». Poi sbotta: «Basta, basta... possiamo essere in disaccordo su tutto ma questo congresso non può finire in una megarissa tra noi».
Si va avanti con la polizia che in più di un’occasione minaccia di chiudere la sala.

E le due frange si uniscono nella contestazione solo quando prende la parola «la compagna Casillo» e ne ha per tutti: «Perché dopo quello che abbiamo visto qui – dice prendendosi i fischi di tutta la platea – dovete andarvene tutti a casa. Alla classe dirigente di questo partito non riconosciamo alcuna autorevolezza».

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