da Roma
La vicenda Alitalia, osservata da una prospettiva romana, ha solo due punti fermi. Il primo è lincontro di oggi tra il presidente di Air France-Klm, Jean-Cyril Spinetta, e i sindacati per ricercare spunti di mediazione allinterno della dura offerta francese.
Il secondo punto è di natura politica ed è rappresentato dallo stato confusionale del centrosinistra dopo lannuncio del leader del Pdl, Silvio Berlusconi, che ha preannunciato larrivo di una nuova cordata italiana pronta a rilevare la ex compagnia di bandiera a condizioni meno pesanti da quelle imposte dai franco-olandesi. Limpreparazione del Pd dinanzi a un caso, considerato fino a pochi giorni fa virtualmente chiuso, è testimoniata dal ritorno sulla scena di un personaggio che si era defilato durante tutta la campagna elettorale: il presidente del Consiglio dimissionario, Romano Prodi. Ieri il Professore è tornato alla ribalta difendendo le ragioni della scelta Air France in unintervista a Sky Tg24. «Chi è già nel settore visto che è una compagnia aerea - ha detto riferendosi a Spinetta & C. - ha più capacità e possibilità di avere successo, di spendere meno e far fare meno sacrifici ai lavoratori». Anche per questo motivo, in vista del nuovo confronto di oggi, Prodi ha chiesto «un grande senso di responsabilità» ai sindacati affinché chiariscano ai dipendenti del vettore in crisi «che hanno bisogno di poter lavorare in unimpresa capace di funzionare e di fare utile». La cordata italiana, secondo il premier, è solo unipotesi. «Una proposta deve essere seria, concreta, con delle risorse, delle persone, un piano industriale e finora non sè visto nulla», ha commentato. Le alternative ad Air France-Klm, insomma, sarebbero pressoché inesistenti. In precedenza il fondo americano Tpg (in cordata con Matlin Paterson e Mediobanca nella procedura di alienazione indetta dal governo nel 2007; ndr) «aveva posto la condizione di partecipazione di uomini di affari italiani e poi si sono ritirati perché non hanno trovato nessuno». Idem Lufthansa «che ha incontrato i sindacati italiani e ha rinunciato a fare lofferta». Queste ultime dichiarazioni di Prodi sono state seccamente smentite dal segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni (vedi intervista sopra), ma nel Pd nessuno ha preso le difese del premier tranne i suoi «fedelissimi». Il sottosegretario allEconomia, Massimo Tononi, ha ribadito che «Prodi ha ragione», mentre il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Enrico Micheli, ha ricordato che «Lufthansa si è ritirata perché i sindacati tedeschi hanno diffidato la compagnia ad occuparsi di Alitalia», sottolineando che «lineffabile Bonanni si smentisce da sé». Come se non bastasse lattuale governo e i partiti che lo sostengono sono divisi sulla soluzione da trovare. Il ministro dei Trasporti in quota Pdci, Alessandro Bianchi, ritiene che se la scelta dovesse spettare allesecutivo in carica «non resta che scegliere tra Air France e rimettere in gioco la cordata Ap Holding». Inoltre, smentendo Tommaso Padoa-Schioppa (Economia) sostiene che Alitalia ha risorse a sufficienza per altri mesi: «I tempi non sono così stretti, è azzardato parlare di fallimento se non si decide entro marzo». Ma Emma Bonino (Politiche europee) lo critica: «È lennesima tappa di una tragicommedia allitaliana: il cash flow non basta per tutto lanno, a marzo restano poco più di 100 milioni». Invece per Antonio Di Pietro (Infrastrutture) «è bene che decida il prossimo governo».
Bianchi è però contraddetto pure dal suo partito, il capogruppo Pdci alla Camera, Giuseppe Sgobio, giudica imprescindibile che «lo Stato torni a essere protagonista». Il rifondarolo Maurizio Zipponi sostiene che «il governo dovrebbe convocare Lufthansa». E il vicepremier e candidato sindaco di Roma, Francesco Rutelli: «Fino a che non ci sarà unaltra proposta dobbiamo cercare di ottenere le migliori condizioni da Air France». Le repliche del Pdl.
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