Gian Maria De Francesco
da Roma
Il Professore ha fatto retromarcia sul caso Enel. Dopo aver adombrato martedì scorso la possibilità di ostacolare lacquisizione di Bnl da parte di Bnp Paribas come ritorsione per la mancata apertura del mercato francese dellenergia, ieri il candidato premier dellUnione ha corretto il tiro.
«Nessuno - ha detto Prodi - vuole fare ricatti nei confronti della Francia. Siamo tutti europeisti convinti». Una presa di distanza da se stesso nel giro di solo ventiquattrore con piena riaffermazione del fatto che «la legge italiana sullOpa non necessita di cambiamenti» e che solo nel caso in cui «non ci siano analoghe aperture tra i diversi Paesi, allora si devono mettere in atto strumenti come le misure amministrative». Sul ritrovato europeismo di Prodi («Si tratta di avere un riconoscimento di reciprocità che riguardi tutti i Paesi e le società componenti dellUnione Europea», ha aggiunto) hanno sicuramento pesato le parole del segretario dei Ds, Piero Fassino. «Non credo - ha affermato il leader del Botteghino - che la risposta agli errori francesi sia assumere comportamenti altrettanto sbagliati. La strada per uscire dalle vicende di questi giorni non è la ritorsione, ma ladozione di regole comuni che valgano allo stesso modo in tutta Europa». Più duro il dalemiano Nicola Rossi: «Non avrebbe molto senso impedire una cosa che il mercato ha mostrato di apprezzare».
Latteggiamento leguleio della Quercia ha stoppato la voglia di revanche del Professore che pure aveva ipotizzato un nuovo congelamento dei diritti di voto di Edf in Edison. La vicenda ha comunque suscitato lilarità del ministro dellEconomia, Giulio Tremonti, che lha chiosata citando Guareschi. «Non seguo - ha sottolineato - il presidente Prodi su queste evoluzioni, mi sembra Peppone che sta sul balcone e poi scende in piazza e contesta il Peppone che sta sul balcone».
Ma il Professore pensa anche a una grandeur tutta italiana. «LItalia - ha dichiarato - non deve fare solo la parte della preda, loggetto di acquisto. Ma per farlo serve un rafforzamento della politica industriale e servirà agevolare le fusioni tra le banche italiane». Inoltre non si può escludere la fusione tra Eni ed Enel «che si è ridotta a un terzo del mercato energetico italiano, mentre in Francia vi è assoluta impermeabilità».
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