Tornerà al Cremlino, guiderà la Duma o sempre nella veste di premier sceglierà semplicemente il nuovo delfino che godrà del prolungamento del mandato presidenziale approvato oggi dai deputati russi? Intorno a Vladimir Vladimirovic Putin e ai suoi «piani per il futuro della Federazione russa» ormai nessuno è pronto più a scommettere grosse somme. Sta di fatto che sempre e comunque si guarda a lui per cercare di prevedere la prossima mossa dellOrso russo. È di lui, del leader di ghiaccio, che si continua a parlare anche quando non dovrebbe essere il protagonista. È successo anche ieri. Nel giorno in cui lUnione europea e Mosca tentavano di ricucire lo strappo causato dalla mini-guerra di agosto, il grande assente a Nizza si materializza sui media internazionali: «Putin procede nel suo progetto di riprendersi la poltrona di capo di Stato». La Camera bassa del Parlamento ha approvato in prima lettura lemendamento costituzionale che estende il mandato presidenziale da quattro a sei anni. Il progetto, proposto il 5 novembre dal presidente Dmitri Medvedev, avrebbe lobiettivo di «migliorare la democrazia nel Paese». Ma cè chi non si fida e subodora elezioni anticipate già nel 2009 e un terzo mandato Putin. Medvedev non potrà sfruttare subito il prolungamento: lestensione sarà valida dalla prossima elezione in poi.
Secondo il quotidiano Vedemosti, le correzioni alla Carta erano state studiate già nel 2007, quando zar Vlad era ancora al posto di comando. «Non si tratta di unimprovvisazione, la riforma è stata pensata da Putin», scrive il quotidiano russo. «Ha facilitato le elezioni di un successore che deve compiere le modifiche alla Costituzione e varare impopolari riforme sociali così da tornare per un mandato più lungo». Cè anche chi ipotizza un cambio di lavoro con Putin a capo della formazione di maggioranza e quindi della Duma stessa.
La sua fama di uomo di ghiaccio e senza scrupoli, con cui ha conquistato lelettorato, continua a crescere anche da premier. Le foto dellex presidente in versione judoka, cowboy o militare, fanno pendant con le dichiarazioni spesso aggressive. Lultima, rivelata dal Nouvel Observateur, riguarda il presidente georgiano Saakashvili. «Lo impiccherò per le palle», avverte Putin in una telefonata a metà agosto con Nicolas Sarkozy. Il presidente francese chiede meravigliato: «Impiccarlo?». «Perché no? Gli americani lo hanno fatto con Saddam Hussein», replica il premier russo. Non è la prima volta che i genitali maschili sono oggetto dellironia putiniana. Al G8 del 2006 sul nucleare iraniano diceva: «Se mia nonna avesse i genitali maschili sarebbe mio nonno. La politica non si fa con i se».
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