«Annunciamo che il giudizio di Allah onnipotente è stato eseguito nei confronti dellambasciatore degli infedeli», sostiene un macabro messaggio della sezione di Al Qaida in Irak, che ieri ha messo a morte lambasciatore egiziano, Ihab al Sharif, rapito sabato scorso a Bagdad. Il governo del Cairo ha confermato lesecuzione del suo diplomatico. Probabilmente al Sharif è stato decapitato e la morte annunciata con un comunicato su Internet. Il giorno prima un sedicente tribunale della sharia, la legge islamica, aveva condannato a morte lambasciatore, 51 anni, accusandolo di essere un «miscredente», che lavora per «il tiranno dEgitto», ovvero il presidente Hosni Mubarak.
Al Qaida, guidata in Irak dal terrorista giordano Abu Musab Al Zarqawi, ha colto la macabra occasione per lanciare un monito ben preciso a tutti i diplomatici accreditati a Bagdad. «Questo è il destino degli ambasciatori degli Stati tiranni, perché lIrak della guerra santa non è un posto sicuro per gli infedeli e lAmerica non può proteggerli». È evidente che la nuova tattica di Al Qaida punta a provocare il panico tra i rappresentanti degli Stati, per mantenere lisolamento diplomatico del governo sciita iracheno da parte di gran parte dei Paesi arabi. Al Sharif era il primo ambasciatore arabo nellIrak del dopo-Saddam e per questo motivo è stato ucciso.
I terroristi giustificano lesecuzione accusando le autorità del Cairo di aver ingiustamente condannato alla pena capitale lideologo dei Fratelli musulmani, Sayd Qutb, e lattentatore del presidente Anwar Sadat, Khaled Al-Islambuli. «Le prigioni egiziane - accusa al Qaida - sono zeppe di mujaheddin e i tribunali non rispettano la legge di Allah: hanno emesso sentenze contro veri musulmani, compreso lo sceicco Ayman al Zawahiri», braccio destro di Osama Bin Laden.
Con il comunicato i terroristi hanno inviato un video, trasmesso dalla tv al Jazeera, nel quale si vede lesecuzione, ma il diplomatico bendato che risponde ad alcune domande sulla sua identità e i precedenti incarichi. Al Sharif ammette che prima di arrivare a Bagdad era il vice dellambasciata egiziana in Israele. Accanto allostaggio non si vedono uomini armati, ma la sezione di Al Qaida in Irak ha promesso che renderà note le registrazioni degli interrogatori. «Lambasciatore degli infedeli ci ha fornito informazioni sostengono i terroristi che dimostrano la miscredenza del suo regime e la fedeltà agli ebrei e ai cristiani».
In mattinata, prima che venisse reso noto lannuncio dellesecuzione su Internet, il grande sceicco delluniversità islamica, Al-Azhar, al Cairo, Muhammad Tantawi, che conosce bene gli estremisti, aveva chiesto limmediata liberazione del diplomatico. Le sue parole, solitamente ascoltate negli ambienti radicali, sono finite al vento.
Il portavoce del governo iracheno, Layt Kubba, in unintervista al giornale panarabo di Londra Al-Sharq Al-Awsat ha lanciato ieri un altro allarme: «Ci sono mille terroristi stranieri in Irak pronti a entrare nei Paesi confinanti e compiere attentati». Lobiettivo principale della nuova offensiva terroristica sarebbe il vicino, piccolo, ma ricco Kuwait. La guerriglia irachena ha fatto saltare ieri un tratto di un acquedotto che rifornisce Bagdad, lasciando mezza città a secco. Si è trattato del terzo attacco del genere nelle ultime settimane.
Attentati più gravi hanno fatto strage ieri a Hilla: due autobomba sono esplose uccidendo tredici sciiti. A Mosul, nel Nord dellIrak, una dozzina di granate di mortaio hanno centrato un edificio governativo uccidendo tre persone e ferendone 46. Il bilancio quotidiano di sangue si chiude con un esponente dellex milizia sciita, Badr, eliminato dalla nuova brigata sunnita Omar, la cui costituzionee era stata annunciata pochi giorni fa in un messaggio audio dello stesso Al Zarqawi.
In risposta alle minacce degli estremisti sunniti il governo di Bagdad ha firmato ieri un importante patto militare con lIran. Il ministro della Difesa iracheno, Saadoun al-Dulaimi, ha sottoscritto lintesa a Teheran.
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