E Recoba ha già un cuore Toro «A Milano mi voleva solo Moratti»

Il Chino: «Accoglienza da brividi» Cairo: «Adesso ci divertiremo»

E Recoba ha già un cuore Toro «A Milano mi voleva solo Moratti»


Cose da Toro. Emozionanti e belle da vivere. Da gustare attimo per attimo. Con un presidente come Urbano Cairo che, per festeggiare (oggi) i due anni alla guida della società, si regala uno dei giocatori più discussi e talentuosi visti negli ultimi anni in Italia, con un allenatore come Walter Novellino (500 panchine da celebrare) che butta a mare tutti gli ormeggi annunciando che «quelli buoni vanno in campo subito». E quindi: Alvaro Chino Recoba è stato presentato ieri mattina davanti a cinquemila tifosi entusiasti della curva Maratona e oggi vestirà il granata contro la Reggina. Avanti tutta, insomma. E per il momento luccicano tutte le medaglie possibili: i 64 gol segnati in serie A dall'uruguagio, l'idea stuzzicante di vederlo in coppia con Rosina - altro mancino dal talento purissimo che però non sempre risplende per continuità -, il sogno di arrivare a ridosso delle prime della classe. «Ho corteggiato Alvaro più di un anno, adesso finalmente siamo riusciti a portarlo in granata - gongolava Cairo -. È più di una ciliegina sulla torta. Abbiamo vissuto due stagioni straordinarie, ora abbiamo una squadra che può farci divertire». Non poteva mancare un pensiero rivolto alla Juventus e a Evelina Christillin, la signora delle Olimpiadi che aveva punzecchiato il Toro: «Glielo faremo vedere noi, alla signora bionda, se siamo il nulla».
Benvenuto in casa Toro, caro Chino. Arrivato allo stadio Olimpico alle 10 in punto a bordo di un Mercedes nero. Capelli corti e poca voglia di proclami. «I tifosi mi hanno regalato un'accoglienza commovente, neppure all'Inter mi era mai successo nulla di simile. Sento attorno a me tanta fiducia: all'Inter mi voleva solo il presidente, qui invece mi volevano un po' tutti. Ora però non è più il momento delle chiacchiere: devo lavorare sodo». Nessun volo pindarico: «Non possiamo puntare allo scudetto. Guardiamo pure in alto: non ha però molto senso dirlo, ha senso giocare. Rosina? Sono contento di poter giocare vicino a uno come lui». In attesa che Di Michele sconti la squalifica (tornerà il 31 ottobre), i due potranno davvero giocare insieme: dopo quella data, chissà. Toccherà a Novellino, con il quale il Chino ha disputato la sua migliore mezza stagione (a Venezia, 1999: 11 gol in sei mesi e squadra trascinata alla salvezza), trovare la soluzione. «Per lasciare l'Inter volevo una squadra importante, il Toro lo è - ha detto Recoba -. Ventola lo conosco bene: nella stagione di Cuper ci ha portati a un passo dallo scudetto».

Quasi troppa grazia, prima di togliersi il classico sassolino dalle scarpe: «Non sono mai andato dietro nessun allenatore pur di giocare, ma nel calcio l'onestà non sempre paga. Con Novellino ho avuto un rapporto di amore e odio: litigavamo spesso, ma tra noi siamo sempre stati molto onesti». Giocherà con il numero 4, quello dei medianacci di una volta: è vera svolta?
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