Tre quarti dora senza luce, dalle 22,15 alle 23. Abbastanza per far piovere qualche centinaio di chiamate ai centralini dei vigili del fuoco a Torino, nel Ponente ligure, nel Cuneese, nel Salento. Ma non abbastanza da causare problemi gravi, per fortuna. Richieste di interventi per persone rimaste chiuse in ascensore sono arrivate da varie zone, dal Verbano Cusio Ossola, a Novara, a Sestri Ponente, al Salento, Lecce e Gallipoli comprese. Larea con la maggior concentrazione di utenti coinvolti è stata quella di Torino, con 100.000 persone coinvolte. I distacchi della corrente legati al black-out di sabato sera hanno interessato alcune zone di quattro regioni (Piemonte, Liguria, Calabria e Puglia) individuate dal gestore della rete Terna come quelle che al momento dellavaria avevano il maggior consumo.
Il Codacons comunque chiede che gli utenti che hanno subito conseguenze dal black-out siano risarciti. E la Procura di Torino, la stessa che ha indagato sul black-out del 2003 (lipotesi è di disastro colposo), emettendo otto inviti a comparire la scorsa estate, starebbe valutando lapertura di uninchiesta anche per verificare quanto accaduto sabato. Di sicuro saranno diverse le inchieste tecniche che verranno aperte. Il ministro per lo Sviluppo economico Pierluigi Bersani ha chiesto a Terna di presenta una relazione sullaccaduto e il presidente dellauthority per lEnergia Alessandro Ortis ha annunciato la richiesta di unindagine su scala continentale al Consiglio europeo dei regolatori dellenergia che si riunisce martedì.
Alla sede di Terna gongolano soddisfatti perché il peggio è stato evitato, nonostante la forte dipendenza energetica dellItalia ci renda comunque un Paese a rischio. Maggioranza e opposizione però concordano sul fatto che la gestione dellemergenza sia stata efficace, così il confronto si sposta sul piano europeo. Secondo il premier Romano Prodi «questo black-out spinge a riflettere sulla mancanza di una politica energetica europea: se siamo interdipendenti dobbiamo esserlo anche nelle decisioni».
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