da Roma
Andrea Camilleri, che abita praticamente nel portone a fianco alla sede di Radiorai, sta camminando serafico con la borsa della spesa in mano. Allimprovviso si vede spuntare davanti un tizio in piedi su unApe, con megafono in una mano e frusta nellaltro, che incita un altro tizio vestito con un giubbottino di jeans. E nullaltro. O quasi: sotto il giubbottino, il secondo tizio indossa un paio di mutande elasticizzate color carne, obiettivamente di una bruttezza rara, coperte davanti e dietro dalla copertina di un cd.
Di fronte alla scena, Camilleri si chiede, letterario: «Che minchia è?». Ma i due tizi non fanno a tempo a sentire, sorpassando il maestro. Più tardi confesseranno: «Abbiamo capito che era lui solo dopo, quando abbiamo visto una nube di fumo alzarsi dal marciapiede». I due tizi rimedieranno ospitando Camilleri oggi per lultima puntata stagionale di Viva Radiodue.
I due tizi sono Fiorello e Marco Baldini. Quando è uscito il cd che raccoglie il meglio della collezione radiofonica autunno-inverno-primavera di Viva Radiodue, avevano scommesso che Baldini avrebbe corso in mutande attorno allisolato che ospita gli studi Rai se il disco fosse arrivato al primo posto in classifica. Risultato raggiunto e scommessa pagata: «In realtà, è la prima volta in assoluto che pago una scommessa» sorride Marco, professione giocatore in una vita precedente.
Se non fosse per le gambe nude di Baldini, qualcosa che non avremmo mai voluto vedere, la scena è bellissima: Fiore dà il tempo con la frusta e il megafono; Marco corre nel triangolo via Asiago-via Oslavia-via Carso; Prati, splendida zona di Roma, si ferma. Gli autisti del 280, in entrambe le direzioni, bloccano i mezzi; seriosi avvocati in gessato diretti in tribunale, decidono di dare buca alludienza; un ragazzo in Vespa, uno dei pochi a non sapere della scommessa, urla a Baldini: «A Hellen Kessler, ma ndo vai?». Ed è la fotografia di Roma e di una filosofia di vita.
Intanto, Fiorello ci prende gusto, schiocca la frusta sempre più veloce, e a un certo punto non resiste. Urlando dal microfono: «Donne, è arrivato larrotino...». Ed è la pennellata di genialità su una giornata di dadaismo radiofonico.
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