(...) e gli verrà chiesto conto della candidatura a sindaco prima e a capolista al Senato poi di Enrico Musso.
Eppure - anche se è entrato a Montecitorio nel peggiore dei modi, con una legge elettorale vergognosa che lha costretto la scorsa legislatura a stare in panchina nellattesa vana che venisse scelto un ligure, anziché un pugliese - Cassinelli è uno che sarebbe capace di conquistarsi i voti uno ad uno. Poi, certo, la controprova la si vedrà quando verranno reintrodotte le preferenze, i collegi o qualunque altro marchingegno che permetta la scelta agli elettori, anziché ai capataz di partito.
Ma basta passeggiare con Roberto per mezzora per via Venti Settembre per essere fermati da decine di persone e, soprattutto, vedere che la gente non gli fa schifo. Sembrerebbe naturale per un «rappresentante del popolo». E invece è uneccezione. Bellissima, ma eccezione. Cassinelli non ha paura di stringere mani, di prendere manate sul suo (elegantissimo) cappotto verde, di ascoltare tutti, di dare in giro il suo telefonino, di provare a risolvere i problemi.
La scena è bellissima: amici, elettori, vari ed eventuali, gli segnalano le esigenze e i problemi più svariati e lui estrae da tasche che sembrano quelle di Eta Beta un fogliettino minuscolo piegato in decine di parti ancora più minuscole su cui annota con una calligrafia sempre più minuscola, ma ordinatissima, la richiesta. Che poi si attiva immediatamente per risolvere.
A tratti - quando dice anche a perfetti sconosciuti che sono giunti chissà come in possesso del suo numero di telefonino: «Non mi disturba affatto, chiami pure quando vuole» - sembra un personaggio dei film di Carlo Verdone, il medico con la barba che «Non mi disturba affatto» lo diceva mentre faceva lamore, ai funerali o in cima a una montagna. Ma il bello è che si capisce perfettamente che il «Non mi disturba affatto» è il reale pensiero di Cassinelli, sempre pronto a nuovi fogliettini e a nuovi tentativi di risolvere i problemi. Che poi non è detto che corrispondano a effettive soluzioni, ma quantomeno ci prova davvero.
Tutto questo, fra laltro, si abbina ad altre due notizie uscite negli ultimi tempi che riguardano l«onorevole Cassinelli»: da un lato, il record di partecipazione alle votazioni che pone Roberto al quarto posto assoluto fra tutti i deputati. Per la cronaca, si è votato 8172 volte: lonorevole Ceroni ne ha saltate 12 (votazioni, non sedute, si badi bene) pari allo 0,15 per cento; lonorevole Vella ha bigiato 17 volte, cioè lo 0,21 per cento; lonorevole Lainati 18, cioè lo 0,22 per cento e Cassinelli 19, quindi lo 0,23 per cento. E, fra laltro, Roberto avrebbe fatto anche meglio: in un paio di occasioni, infatti, non ha funzionato il suo dispositivo elettronico, ma lui era regolarmente in aula e ha lasciato agli atti la sua volontà di votare. Unaltra volta era in bagno...Insomma, Roberto è uno che cè, cè sempre.
Laltro dato è quello che pone Cassinelli fra i primi dieci deputati più ricchi: per la precisione, ha dichiarato 667mila euro di reddito. E questo gli fa onore. Il problema (e, spesso, la vergogna) è di chi dichiara cifre risibili, non di chi paga le tasse, che anzi è un benemerito dello Stato.
In tutto questo, mettete anche che Cassinelli si muove senza scorte, senza grancassa, senza arroganza e senza lampeggianti per Genova. Il che è sempre unottima cosa. Così come è unottima cosa porsi alla pari con gli altri, senza pensare di essere in alcun modo superiore.
Insomma, non so se abbiamo trovato il candidato sindaco perfetto. Certamente, se lui stesso se ne accorge, abbiamo trovato il leader dei moderati - si chiamino Pdl o si chiamino in qualsiasi altro modo - per il futuro. Ma, per lappunto, deve accorgersene.
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