E se a Piero Ferrari il 10% non bastasse più?

Per la Ferrari sono giorni caldi, non solo a causa degli incendi che hanno quasi incenerito cinque «458 Italia» e costretto la casa di Maranello a richiamare, per le opportune verifiche, 1.248 supercar nel mondo. La temperatura è alta sul fronte agonistico (a Monza ci si attende la grande riscossa del team di F1) e su quello delle indiscrezioni. A circolare con una certa insistenza, in proposito, è la voce che vedrebbe l’attuale vicepresidente Piero Ferrari (nella foto), figlio del Drake e nonno di Enzino e Piero, i rampolli della famiglia, salire di quota e portare così il suo peso nell’azionariato oltre l’attuale 10% (un altro 5% è nelle mani di Mubadala, mentre l’85% della partecipazione è targato Fiat).

E a cedere qualche quota a Piero, secondo le voci, potrebbe essere proprio il Lingotto. Un modo, per Sergio Marchionne, di fare un po’ di cassa «in famiglia», e l’occasione per nonno Piero di dare ancora più valore alla dote per la figlia Antonella e i due nipoti. Giorni caldi, si diceva.

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