E la sinistra imbarazzata si nasconde dietro al Muro

La stampa «amica» finge di non vedere e bacchetta chi grida allo scandalo

Fabrizio De Feo

da Roma

C’è il tempo delle favole, dell’accoglienza universale, delle frasi alte e rotonde sull’Eldorado multietnico, della cittadinanza prêt-à-porter, della legge Bossi-Fini da smantellare perché rea di erigere un «muro invisibile» contro l’afflusso degli immigrati alla ricerca di una vita migliore. E poi c’è il tempo della quotidianità: quello in cui una amministrazione di centrosinistra erige un muro, non invisibile ma di acciaio, di 65 metri per 3 per isolare un quartiere - la Serenissima a Padova - dove gli scontri tra opposte etnie si ripetono come un rito sullo sfondo del narcotraffico. Il tutto mentre la platea dei benpensanti fa finta di non vedere e volge lo sguardo da un’altra parte.
Sono i miracoli e le contraddizioni della sinistra di governo, prigioniera di un’ideologia da applicare alla realtà, ma costretta talvolta a fare i conti con la realtà al netto delle ideologie. E così, mentre al culmine del paradosso, è il centrodestra a indignarsi per il rimedio draconiano scelto dal sindaco Flavio Zanonato - con il presidente del Veneto, Giancarlo Galan, che definisce la barriera «una magra imitazione del muro di Berlino che darà presumibilmente magrissimi risultati» - gli esponenti dell’Unione nicchiano, glissano e talvolta addirittura applaudono. La lettura del Manifesto e di Liberazione, in questo senso, è sorprendente. Il primo evita di usare la parola muro, titola «Un recinto per Via Anelli», critica il sindaco ma bacchetta anche chi grida allo scandalo. Il secondo parla di una iniziativa «accolta con molto favore dai residenti che potrebbe avere la funzione di isolare gli spacciatori». E spedisce sul posto un’inviata, Frida Nacinovich, che confeziona un ottimo reportage in stile anglosassone, evitando di prendere posizione in un senso o nell’altro. Come se non bastasse a rendere più intricata la matassa contribuisce anche il sindaco Ds di Torino, Sergio Chiamparino, che al Corriere dichiara: «Nessuno scandalo, la legalità non è di destra».
La sinistra di governo, insomma, proprio non riesce a coordinare il suo pensiero nazionale con l’agire locale. E alla fine, a puntare i riflettori sulle sue contraddizioni, arrivano i gruppi no global della sinistra antagonista che danno vita a una manifestazione all’interno del cortile della «Serenissima». «Se il Comune entro due settimane non rimuove questo vergognoso muro ci pensiamo noi a buttarlo giù con una serie di azioni dal basso», tuonano.

Una posizione netta che fa il paio con quella adottata da Angelo Panebianco che condanna le «proposte bislacche» di chi auspica la creazione di forze di polizia composte dalle etnie locali («classica sciocchezza multiculturale») e definisce il muro «il gesto disperato di chi, di fronte a una situazione grave, non sa più che pesci prendere».

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