E il sistema del credito rimane in mezzo al guado

nostro inviato a Treviso

Un anno e mezzo fa, le banche erano in crisi e gli Stati si prodigarono per salvarle. Ora sono gli Stati ad essere in difficoltà, gravati da debiti pubblici colossali, e tocca alle banche rigare dritto; anche se in realtà non tutte sono uscite dall'emergenza. Dal convegno «Antitrust fra diritto nazionale e diritto dell'Unione europea», in corso a Treviso e organizzato dallo studio legale milanese Rucellai & Raffaelli, emerge un ritratto in chiaro scuro sul mondo finanziario.
A tracciarlo è stato Nicola Pesaresi, della direzione generale della Concorrenza presso la Commissione europea, il quale ha rivelato che nell'ultimo anno e mezzo l'Unione europea è intervenuta 130 volte e che ben 40 istituti bancari di 13 Paesi sono stati salvati dagli interventi pubblici e costretti a incisive ristrutturazioni.
La situazione complessiva è molto migliorata rispetto al settembre 2008, quando esplose il caso Lehman, ma non è ancora tornata alla normalità. «Alcune banche irlandesi e tedesche sono ancora in difficoltà», ha dichiarato Pesaresi. «Ora è necessario completare questo percorso e avviare un'exit strategy, che porti a banche più forti e solide di prima; capaci dunque di sorreggere nuovamente l'economia reale con il credito». Tanto più che il salvataggio finanziario è costato una cifra pari al 4% del Pil europeo. Secondo il funzionario italiano alla Commissione alle banche che sono state salvate grazie all'intervento statale non è stato permesso di partecipare alla speculazione contro i titoli di Stato dei Paesi meridionali della Ue.
Anche Giovanni Calabrò, direttore generale dell'Autorità garante della Concorrenza e del Mercato in Italia, è stato molto chiaro al riguardo: non è accettabile che le banche salvate dalla mano pubblica possano iniziare operazioni cross-border.


Un altro funzionario di Bruxelles, Kris Dekeyser, ha avvertito che per le società che creano cartelli si annunciano «giorni bui»", grazie ai nuovi mezzi di cui dispone la Commissione e alla nuova legislazione europea. Dal convegno di Treviso emerge che, nonostante le turbolenze sui mercati di questi giorni, l'attenzione degli organismi di vigilanza italiani e europei non diminuisce.

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