Economia

E lo Star si fa prendere in contropiede

da Milano

Si può forse dire che la presentazione del segmento «Star» della Borsa italiana non è capitata nel momento più felice. Le 71 società di media capitalizzazione che sfilano in questi giorni (ieri e oggi) in Piazza Affari, incontrando analisti e investitori (830 meeting con 120 società), devono fare i conti con il crollo verticale e improvviso degli indici di tutto il mondo. Compreso il loro, l’All Stars index, che nelle sole ultime 3 sedute è passato da quota 18.660 a 17.450: vale a dire - 6,5 per cento. Frantumando quel +10% che aveva illuso tutti nei primi 2 dell’anno. Ma non è un caso: sono proprio le società con media capitalizzazione quelle che soffrono di più nei momenti di difficoltà. Così, tra i feriti, si contano scivoloni nell’ordine del 4-5% come quelli di Ansaldo Sts, Dmt, Buongiorno o Ducati.
Ma a parte questo, i numeri dello Star forniti ieri dall’ad della Borsa Massimo Capuano, sono assai positivi. Quest’anno, per esempio, sono appunto 120 le case di investimento che partecipano al meeting dello Star, rispetto alle 95 dello scorso anno, 79 delle quali estere.
A fine 2001, anno del suo debutto, Star contava 37 società quotate e una capitalizzazione di 8,2 miliardi, mentre oggi ne conta 77 per una capitalizzazione pari a 26,6 miliardi di euro (+225%). Star si conferma il segmento di mercato più liquido in Europa per le società con capitalizzazione fino a un miliardo. Nel 2001 il controvalore medio giornaliero scambiato su ogni singolo titolo era di circa 450mila euro, mentre nel 2006 è cresciuto a 1,6 milioni (+250 per cento).
Anche le performance industriali dei titoli Star hanno registrato un progresso continuo. I dati aggregati relativi ai tassi di crescita del fatturato negli ultimi tre anni (2003-2006) hanno infatti registrato un incremento del 54%, corrispondente a un tasso medio composto annuo dell'11%. Nello stesso periodo il Mol è cresciuto dell'82%, pari a un tasso medio composto annuo del 16%.

Le 77 società Star hanno un flottante medio del 42% del capitale.

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