da Roma
«Con Natale non sarebbe accaduto». La frase viene sussurrata da molti giornalisti, nei corridoi di Saxa Rubra. Il Natale in questione è Roberto, fino a pochi mesi fa segretario dellUsigrai, il sindacato dei giornalisti Rai egemonizzato dal centrosinistra. Da settembre, al posto di Natale, cè il napoletano Carlo Verna. Quel che, col Natale in questione, non sarebbe accaduto è la bruciante e imprevista sconfitta della sinistra giornalistica al Tg2, su un documento che metteva sotto accusa il direttore Mauro Mazza.
Da tempo la maggioranza (di sinistra) della redazione lavorava sotto traccia contro il vertice del telegiornale, accusato di confezionare ogni giorno un tg troppo critico nei confronti del governo Prodi. Un peccato mortale, evidentemente, in un periodo in cui la polifonia (informativa) è bandita in Rai quasi come il contrappunto vocale nei tempi precedenti il Concilio di Trento. Limperativo è chiaro: le voci dellinformazione di viale Mazzini devono riunirsi placidamente in un unico coro e non disturbare il «manovratore». E il Tg2, in questo clima, diventa inevitabilmente un bersaglio da colpire.
La protesta è aumentata soprattutto dopo il diktat pronunciato da Massimo DAlema, lestate scorsa, alla festa de lUnità: «Sulla Rai - disse - siamo troppo buoni. Al Tg1 cè ancora Mimun, al Tg2 Mazza». Il messaggio non è rimasto inascoltato. Mimun è stato sostituito, Mazza è ancora lì e il Tg2 è la sola voce non ancora «normalizzata» della Rai. Intollerabile per una redazione che, a maggioranza, è schierata a sinistra. E così pochi giorni prima di Natale la sinistra ha tentato lassalto finale al Tg2. Dopo una serie di incontri «carbonari» e di una cena tra alcuni esponenti di punta della redazione è stato messo a punto un documento durissimo, per denunciare l«emergenza Tg2» e chiedere lintervento dei vertici Rai. Il giorno dopo, in unassemblea di redazione, è arrivata anche la benedizione dellUsigrai. E così è partita loffensiva: seggio elettorale aperto per due giorni, voto segreto, certezza della vittoria sullodiato direttore, colpevole del peccato più grave nei corridoi della Rai: essere vicino al centrodestra.
Allo spoglio, invece, la sorpresa: la pesantissima mozione anti-Mazza viene sconfitta da un documento presentato da Emilio Albertario e Giovanni Alibrandi che chiede allazienda di svegliarsi e sostenere il Tg con una maggiore attenzione e protezione. Il risultato finale è 59 a 56 a favore di questultimo.
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