Questa volta Borat, il bislacco giornalista kazako dellomonimo film, e il suo viaggio-documentario attraverso gli Stati Uniti non centrano proprio nulla.
Questa volta è tutto vero, scritto nero su bianco: le Olimpiadi invernali di Torino 2006 fanno scuola e sbarcano nel lontano Kazakistan. Una delegazione kazaka - guidata dal vicepresidente del comitato organizzatore delle «Asiadi», Serik Kulmurzayev - è stata infatti in visita a Torino, per studiarne il modello in vista dei Giochi invernali asiatici che si svolgeranno ad Almaty e Astana, la vecchia e la nuova capitale della Repubblica del Kazakistan, nel gennaio 2011.
Una fitta agenda di incontri - organizzata dal console onorario della Repubblica del Kazakistan nella regione Piemonte, il Cav. Ezio Bigotti - ha permesso alla delegazione di studiare e approfondire il modello che permise alla città piemontese di organizzare una delle edizioni meglio riuscite dei Giochi invernali degli ultimi decenni.
«La straordinaria collaborazione esistente tra il consolato onorario e l'ambasciata kazaka a Roma - spiega Ezio Bigotti - ha permesso il successo di questa iniziativa: cè grande soddisfazione per aver dato seguito agli intenti enunciati all'apertura del Consolato nell'Ottobre del 2008, primo fra tutti quello di valorizzare il sistema Piemonte sia a livello istituzionale che imprenditoriale». I Giochi olimpici di due anni fa, continuano così a essere unimportante vetrina sul mondo per Torino e per il Piemonte: durante i colloqui, istituzionali e non, la delegazione kazaka ha potuto toccare con mano le eccellenze esibite da Torino nel campo della sicurezza, nellorganizzazione dei volontari, nellattenzione allimpatto ambientale delle opere e nelle tecnologie informatiche. «La sicurezza - continua il cav. Bigotti - avrà un ruolo fondamentale nellorganizzazione dell'evento: le aziende e le professionalità piemontesi potranno, in questo senso, fornire un contributo unico al mondo». Un modello da esportare anche in Kazakistan, quindi, dove per lorganizzazione delle Asiadi è stato staccato un assegno da 1400 milioni di dollari, frutto di una rinascita economica basata sulla privatizzazione, sulla liberalizzazione dei prezzi e sull'apertura agli investimenti stranieri.
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