E vissero felici

E vissero felici

Si sono conosciuti nei primi anni Ottanta sul set di Sapore di mare 2, e da allora non si sono mai davvero lasciati. Si sono separati, certo, ma le carte del divorzio, dopo un lungo fidanzamento e un matrimonio lampo di un anno e mezzo, Eleonora Giorgi e Massimo Ciavarro non le hanno mai volute firmare.
Signora Giorgi, da quanti anni va avanti il vostro rapporto?
«Siamo separati da 11 anni, e la nostra storia ne è durata altri 11...».
E dopo 22 anni, nessuno dei due ha mai pensato al divorzio?
«Per ora no. Abbiamo deciso di rimanere solo separati finché non ci fossero stati elementi dirompenti come un terzo matrimonio, e al momento per nessuno dei due c’è la preminenza di una nuova storia. Poi io una volta ho già divorziato (dall’editore Angelo Rizzoli jr, suo primo marito ndr)».
Quindi lei e Ciavarro siete rimasti in buoni rapporti.
«Ottimi. Abbiamo un figlio di 16 anni che stiamo crescendo insieme. E poi siamo soci. Quindi abbiamo sviluppato una doppia relazione: una professionale e una di profonda fratellanza».
Ha mai pensato di tornare con lui?
«L’ho pensato per molto tempo, ora non più. Oggi siamo davvero come fratello e sorella».
Perché tanti matrimoni falliscono?
«La mia generazione è stata devastata dalla pulsione al progresso, che nel caso di un matrimonio significava mettere in discussione ogni aspetto della vita privata. La nostra è una generazione “sperimentale”, un ponte fra passato e futuro, e infatti abbiamo tutti più di un matrimonio alle spalle e una famiglia allargata. Noi pensavamo che cambiando le persone si potessero risolvere le cose».
Adesso come la pensa?
«Sono revisionista. Infondo i problemi che investivano il mio matrimonio erano gli stessi che da sempre investono i due mondi così diversi degli uomini e delle donne. Dunque forse farei come le nonne: una volta compiuto il passo, sapevano che era irreversibile, e ci lavoravano sopra con disciplina. Ed erano felici. Oggi siamo viziati, edonisti».
Metà dei separati non arriva al divorzio. Perché?
«Forse perché riconoscere di aver fatto uno sbaglio è già molto doloroso».


Se potesse tornare indietro cosa farebbe?
«Mi sposerei con il primo e rimarrei con lui».
E un domani si risposerebbe?
«Sì, e il terzo matrimonio potrei farlo in chiesa, perché fra il primo divorzio e le seconde nozze celebrate con rito civile, ottenni anche l’annullamento dalla Sacra Rota».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica