Andrea Nativi
da Milano
Arrivano i russi e il titolo Eads torna a volare in Borsa, nonostante le nuove disavventure del superjumbo A380, che ieri è stato costretto a interrompere un volo di prova a causa di problemi tecnici.
Il motivo dell’euforia borsistica, che peraltro dopo un iniziale rialzo del 3% si è poi ridimensionato a una crescita dell’1,5% consiste nell’indiscrezione riportata da un quotidiano moscovita, secondo il quale la Vfb (Vneshtorgbank), il secondo istituto di credito russo, avrebbe rastrellato in Borsa un pacchetto tra il 4,5 ed il 4,8% di azioni del colosso aerospaziale europeo, approfittando della flessione del titolo che ha risentito delle difficoltà incontrate dalla controllata Airbus nei programmi A350 ed A380. In questa operazione, sulla quale Eads ha per ora rifiutato ogni commento, sarebbe stato investito oltre un miliardo di dollari e gli acquisti continuano visto che l’obiettivo è di crescere almeno fino al 5 per cento.
L’intenzione della Vfb non sarebbe quello di compiere una speculazione di breve periodo, piuttosto di mantenere una forte presenza in Eads per parteciparne alla gestione. In passato, soprattutto da parte tedesca, ci sono state aperture nei confronti di Mosca per l’ingresso in Eads e l’argomento potrebbe essere posto all’ordine del giorno in occasione del vertice trilaterale che il prossimo mese vedrà protagonisti il presidente Vladimir Putin, il cancelliere Angela Merkel e il presidente Jacques Chirac.
In realtà l’acquisizione in Borsa di una quota significativa di azioni Eads non sarebbe sufficiente ad aprire ai russi la stanza dei bottoni, visto che un accordo di ferro vincola gli attuali azionisti (DaimlerChrysler, il governo francese, il gruppo Lagardere, il governo spagnolo) e blinda il controllo della società. Inoltre la Spagna ha più volte espresso l’interesse ad accrescere la sua quota in Eads fino al 10 per cento. Tuttavia un ingresso di soci russi nella gestione consentirebbe di garantire a Eads e Airbus un accesso privilegiato all’enorme mercato russo dell’aviazione commerciale, della sicurezza, delle comunicazioni, financo della difesa. Del resto Eads ha già in portafoglio una quota del 10% di Irkut, uno dei grandi gruppi russi e vorrebbe diventare il partner privilegiato di Uac, la nuova supersocietà che Putin ha imposto per consolidare l’industria aerospaziale nazionale. La Russia, inoltre, si è detta disponibile a modificare la propria legislazione, che finora limitava al 25%, e con minime tutele, gli investimenti stranieri in società aerospaziali nazionali (solo civili, beninteso). La nuova soglia potrebbe essere portata al 49 per cento.
Un accordo politico-strategico-economico integrato tra Eads e la Russia avrebbe anche l’effetto di ridurre le possibilità di business per i gruppi industriali concorrenti, come l’italiana Finmeccanica e soprattutto la statunitense Boeing, che sta cercando di crescere proprio in Russia.
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