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Ebagua e Neto Pereira i funamboli del gol che esaltano Varese

Benvenuti a Varese, il paese delle rovesciate. Dove i gol si fanno in acrobazia, oppure meglio mangiarseli. Vedere, per credere, cosa ha combinato Giulio Ebagua sabato scorso nell'1-1 in casa del Portogruaro.
È il 27' del primo tempo, quando Tripoli s'incunea in area dalla destra, salta il portiere avversario e mette in mezzo un pallone docile docile per la testa di Ebagua, tutto solo a due passi dalla porta vuota. Gol, direte voi. Invece no. «Troppo facile», ride il diretto interessato. L'attaccante nigeriano dei biancorossi riesce a centrare l'unico difensore veneto appostato sulla linea. Roba da Mai dire Gol.
Ma mentre la Galappa's Band si sta già fregando le mani convinta di aver trovato un nuovo "fenomeno parastatale", ecco che Ebagua fa qualcosa d'incredibile. Sulla respinta a campanile, mentre il portiere torna in posizione e un difensore va a contrastarlo, lui salta all'indietro e con una spettacolare rovesciata indirizza la palla all'angolo. Altro che Pippero, è una rete alla Pelè.
«Ho agito d'istinto, in allenamento ne faccio tanti di gol così. Ma in partita la gioia è doppia», racconta lui con naturalezza. Classe'86, fisico possente e corsa notevole, Ebagua era un gioiellino delle giovanili del Torino. Crescendo si è un po' perso tra Prima e Seconda divisione, segnando sempre con regolarità ma senza mai sfondare. L'anno scorso è arrivato a Varese ed è esploso. Quattordici reti, il più delle quali impossibili. Come quel sinistro al volo da incorniciare contro il Viareggio. Un gol da cineteca.
Con i biancorossi di Sannino ha raggiunto la serie B, ma la sua testa ora viaggia già nella massima divisione. «Il prossimo anno giocherò in serie A, questo è sicuro», dice con convinzione. Difficile ci riesca con il Varese, che naviga nella seconda metà della classifica cadetta. Più probabile quindi che ci arrivi grazie al calciomercato. In estate lo cercava l'Udinese, si vociferava. Poi non se ne è fatto nulla. Lui sogna l'Inter. «Sono tifoso nerazzurro da sempre. Ma non è che si mi chiamasse il Milan direi di no…», confessa ridendo.
Per il momento però la sua realtà è Varese. E una delicata sfida salvezza con la Triestina alle porte, che salterà per infortunio. «Peccato, volevo segnare ancora. I miei compagni però sono in gamba. Sono fiducioso». D'altronde anche loro non scherzano con le acrobazie. Come il brasiliano Neto Pereira, che mercoledì scorso ha fulminato il portiere del Livorno De Lucia. Un gol da incorniciare, tanto per cambiare in rovesciata.
«Siamo una buona squadra e sappiamo fare anche spettacolo - conferma Ebagua -. Credo non avremo problemi a salvarci e potremo anche sorprendere qualcuno. Ce la giocheremo con tutti». Lui a stupire ci è abituato. A suon di rovesciate vincenti, festeggiate spesso con le braccia incrociate sulla testa.

Un gesto alla Mourinho. «Ma no, è un omaggio a Malcolm X e alle origini della mia famiglia. Lasciamo stare, è una storia lunga da raccontare…». Giusto, non c'è da perdere tempo. Il treno della serie A non aspetta. E nemmeno mister Sannino.

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