Maria Rosa Quario
Dove eravamo rimasti? A Sölden, 23 ottobre, gigante di apertura della coppa del mondo numero 40. Hermann Maier che vince la sua 51ª gara del circuito, Bode Miller che perde per sette miseri centesimi, la sfida più attesa dellinverno che comincia nel modo più spettacolare.
Si ricomincia oggi, in quel paradiso in terra che si chiama Lake Louise, Canada, boschi immensi pieni di orsi e alci, montagne imponenti, un lago ghiacciato e lhotel-castello che ospita i campioni. Di solito il freddo è paralizzante, ma questanno è il caldo a creare problemi agli organizzatori, che hanno poca neve e se la vedono sciogliere al sole, tanto da prevedere una partenza ribassata per la discesa maschile con domani il superG.
Dove eravamo rimasti? Alla sfida fra Maier e Miller, che un anno fa a Lake Louise vinse discesa e superG, prima doppietta di una stagione che lo avrebbe laureato campione del mondo nelle due gare veloci. La pista piace molto allamericano che oggi sarà luomo da battere, nelle prime due prove Bode si è controllato, 7° e 9° tempo, molto meglio in ogni caso di Maier, 25° e 12°, mentre ieri, nella terza prova valida per stabilire lordine di partenza della gara di oggi, con molti che hanno fatto pretattica, Maier è stato 2° solo a Aamodt, mentre Miller, frenando vistosamente prima del traguardo, ha chiuso con il 6° tempo.
Lake Louise non è una discesa difficile, è veloce ma priva di grandissime difficoltà, le curve nella parte finale sono però delicate, da non sbagliare assolutamente, perché portano in un tratto pianeggiante dove si può perdere la gara. Lo sa bene Kristian Ghedina, a 36 anni il numero uno azzurro per la 17ª stagione consecutiva, veloce mercoledì e giovedì, mentre ieri ha frenato troppo finendo fuori dai 30. Non era quello che voleva.
«I dolori alla schiena, quelli che a fine ottobre mi avevano costretto a interrompere lallenamento, si sono attenuati. Preferisco la neve morbida e sono quindi contento del caldo, ma passaggio dopo passaggio la pista si sta indurendo e io sul duro faccio più fatica. Vado bene nella parte alta, più scorrevole, ma patisco i curvoni secchi del muro, in gara però stringerò i denti, come sempre, e partirò solo per vincere». A Lake Louise lazzurro non è mai andato oltre un 8° posto, fare meglio si può, magari pensando che non ci sarà una prossima volta. «Dovrebbe essere la mia ultima stagione, al 99% ho già deciso».
Peccato che dietro a Kristian non si intraveda un discesista capace di raccoglierne la sua eredità, i migliori italiani dopo di lui non sono certo giovani emergenti ma ancora e sempre Kurt Sulzenbacher e Alessandro Fattori, 29 e 32 anni. Premono invece alcuni giovani come il canadese Guay, che corre in casa, e come il norvegese Svindal, polivalente pronto a raccogliere leredità, pesante anche quella, dei nonnetti Kjus e Aamodt, 34 anni.
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