Ecco un antipasto d'autore sui misteri del Cenacolo

«La cena segreta» di Javier Sierra è un giallo storico Qui l'autore illustra i lati oscuri di Leonardo

Ecco un antipasto d'autore sui misteri del Cenacolo

Alcuni aspetti della carriera di Leonardo lasciano presumere che l'artista fosse in linea con la, chiamiamola così, Chiesa di Giovanni. L'indizio più eloquente emerse nel 1483, quando l'artista consegnò ai francescani di Milano una tavola per il loro altare maggiore che non corrispondeva in nulla a ciò che gli avevano commissionato. Al posto di una scena che celebrasse l'immacolata concezione della Vergine, Leonardo rappresentò Maria, l'arcangelo Uriele, Gesù e San Giovanni bambini, riuniti in una grotta durante la loro fuga in Egitto. A causa di quell'immagine, che non ha alcuna relazione con i Vangeli canonici, Leonardo e i francescani litigarono per anni, in più l'artista dovette rielaborare la sua opera aggiungendovi nuovi elementi. Oggi queste sono le due versioni della Vergine delle Rocce, conservate rispettivamente al Louvre e alla National Gallery.

Leonardo venne dunque accusato di avere realizzato la sua opera ispirandosi al libro di un frate eretico, Amedeo di Portogallo, che nei suoi scritti descriveva la Vergine non come madre di Cristo, ma come simbolo della saggezza. Nella sua Apocalypsis Nova si elogia inoltre la chiesa «dello spirito» di Giovanni e si rinnega quella materialistica di Pietro. Erano i tempi in cui il domenicano Savonarola predicava da Firenze contro papa Alessandro VI e accusava il Vaticano di crogiolarsi nelle proprie ricchezze. E forse Leonardo fece proprio parte di quel gruppo di intellettuali che criticavano l'istituzione di Pietro, motivo per cui, nella prima versione della Vergine delle Rocce, avrebbe dipinto Maria senza l'aureola dei santi e Uriele con l'indice rivolto verso Giovanni, evidenziando così chi tra i due bambini era quello davvero importante.

L'aureola!

Ecco l'elemento chiave.

La sua assenza non si fa notare soltanto nella prima versione della Vergine delle Rocce, ma anche nell'Ultima Cena. Dal restauro della dottoressa Brambilla non emerse alcuna traccia di un'aureola. Grazie a lei sappiamo che nessuna delle tredici figure del dipinto ne ha mai avuta una. Leonardo, contravvenendo a tutte le norme dell'epoca, non dipinse un gruppo di santi... ma una riunione di uomini in carne e ossa. Un'ovvia considerazione che però passò inosservata anche a Picknett e Prince.

Non solo: per il suo romanzo Dan Brown sminuì un elemento fondamentale del Cenacolo. Leonardo da Vinci si era autoritratto tra i discepoli. Si tratta infatti del secondo personaggio a partire da destra. Con la sua chioma lunga e la barba bianca, impersona Giuda Taddeo nell'atto di incrociare le braccia sulla tavola mentre conversa con l'apostolo Simone. Ma l'aspetto davvero peculiare di questo ritratto è che Leonardo s'inserisce nella scena dando le spalle a Gesù! Come va intesa questa nuova simbologia? Perché il nostro pittore si allinea chiaramente contro l'ortodossia del suo tempo? E chi sono in realtà i due personaggi ai suoi lati che come lui danno le spalle a Cristo?

Ho scritto La cena segreta anche per dare risposta a tali interrogativi. Tuttavia, la ricerca storica in cui mi sono immerso prima di iniziare la stesura del mio romanzo ha finito per condurmi verso conclusioni che non mi aspettavo.

Il fatto che Leonardo dipinse il Cenacolo andando contro il «religiosamente corretto» nella sua epoca non solo si rispecchiava nell'assenza di teste aureolate, nell'arma in mano a Pietro, nel suo stesso atteggiamento all'interno della scena. Bisognava infatti osservare altri dettagli. Il cibo, per esempio. Sulla tavola dell'Ultima Cena, Gesù non istituisce il sacramento dell'eucarestia, come da tradizione fino a quel momento. Non c'è alcuna traccia del Graal, né dell'ostia o del pane che distribuirà. Secondo quanto Leonardo spiegò ai domenicani di Santa Maria, l'azione ritratta nel suo affresco rimandava al capitolo 13 del vangelo di Giovanni, quando Gesù dice «in verità vi dico, uno di voi mi tradirà». È questo che avviene nel pieno del banchetto della pasqua ebraica in cui la tradizione imponeva di servire come pietanza la carne di agnello. Ebbene, il restauro della dottoressa Brambilla rivelò che sulla tavola della cena dei Dodici non c'era agnello, ma pesce, arance e un po' di vino. Pesce? Forse Leonardo voleva fare riferimento al più antico simbolo cristiano che si conosce e che nel XV secolo era ormai in disuso? E perché?

Dovetti cercare la risposta a tali interrogativi muovendomi in una direzione mai proposta dagli storici dell'arte.

Da Vinci è stato un personaggio che non è mai passato inosservato. Alto, forte, dalla lunga capigliatura e la costituzione di un gigante, vestiva sempre di bianco e aveva abitudini piuttosto curiose per la sua epoca. Non si sono mai avute notizie di suoi partner - né maschili né femminili - né lo si è mai visto mangiare carne. Non meno eccentriche erano le sue manie pittoriche: nonostante i suoi migliori mecenati fossero spesso e volentieri religiosi, non ha mai dipinto un crocifisso. Era come se detestasse la croce quale simbolo religioso.

Certo è che tutte queste peculiarità sono difficili da trovare tutte insieme in un solo individuo... sempre che non fosse un cataro. Per l'appunto. I bonhommes o «uomini puri», che i domenicani perseguitarono con accanimento nel Languedoc, furono presumibilmente sterminati a Montségur nel 1244. Tuttavia, oggi gli storici accolgono l'ipotesi che numerose famiglie catare andassero a rifugiarsi in Lombardia, nei pressi di Milano, dove i loro culti sopravvissero in tranquillità fino al XV secolo. Fu lì che Leonardo entrò in contatto con loro? Solo questo spiegherebbe in modo soddisfacente alcune delle velleità artistiche del toscano: i catari credevano che Gesù fosse, prima di tutto, un uomo. E come tale, Leonardo lo ritrasse nel suo Cenacolo, ovvero senza l'aureola che lo avrebbe messo in evidenza come creatura toccata da Dio. I catari, inoltre, disprezzavano il sesso, considerando tutto ciò che era relazionato con il corpo come qualcosa di satanico. La loro dieta, vegetariana, escludeva quanto avesse a che fare con il coito. Curiosamente, solo il pesce faceva eccezione: credevano infatti che i pesci fossero esenti dall'attività sessuale, cosa che ne permetteva l'ingerimento. E se ciò non bastasse, i membri di questa setta ammettevano un unico sacramento: il consolamentum. Così chiamavano una cerimonia in cui chi anelava a diventare un uomo puro si sottoponeva a una sorta di imposizione delle mani del prefetto o della guida della propria comunità. E non è forse un'imposizione delle mani ciò che Gesù sembra in realtà compiere nell'Ultima Cena di Leonardo?

Quando ottenni il permesso necessario per visitare il Cenacolo a Milano, mi fu tutto chiaro. L'affresco si trova a un'altezza sufficiente dal suolo per permettere a una persona di collocarsi sotto l'immagine del Messia e ricevere la sua «consolazione». Nessuna eucarestia.

Per i catari, ciò che Gesù istituì quella sera fu un sacramento assai più forte e rivoluzionario. Quel segreto era dunque stato custodito lì dove nessuno lo avrebbe mai cercato: sotto gli occhi di tutti. Fu - ormai ne sono certo - l'enigma più ingegnoso mai ideato dal genio di Leonardo.

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