Ecco Banhart, il californiano che piace anche agli Oasis

È texano ma ha un nome indiano. Ha vissuto tra Houston, il Venezuela e San Francisco, trasferendosi poi a Los Angeles. Si chiama Devendra Banhart e domani sera sarà all’Auditorium, per presentare il nuovo album What will we be. Difficile da definire, il suo stile oscilla tra il folk e digressioni hippie, lasciando sempre emergere un songwriting raffinato e originale. I brani molto semplici dei primi album, accompagnati dalla chitarra, sono diventati via via più ricchi e arrangiati, tant’è che Devendra ora è in tour con una vera e propria band, che cambia nome sera dopo sera (a quanto pare, attualmente si chiamano The Grogs). Il personaggio è decisamente bizzarro ed eccentrico, al punto da essere paragonato prima a Nick Drake per l’atmosfera intima dei brani, poi a Donovan per l’apertura ai colori hippie, poi addirittura a Syd Barrett, mente dei primi Pink Floyd. La sua produzione musicale è vasta e dispersiva, perché oltre ai classici album ha disseminato brani in varie compilation, dischi tributo e raccolte per beneficenza. Ha incuriosito perfino lo scontroso Noel Gallagher, che gli ha chiesto di realizzare un remix di (Get off your) high horse lady, brano tratto dall’ultimo album degli Oasis. Ma Banhart non è solo musicista, bensì artista a tutto tondo. I suoi disegni sono stati esposti in musei e gallerie di tutto il mondo, tra cui il MOMA di San Francisco. In Italia ha esposto presso la galleria modenese Mazzoli, mentre a New York è stato ospitato dalla Canada Gallery.

Naturalmente, si è occupato di disegnare le copertine di molti dei suoi album. Il nuovo lavoro è il primo a uscire per una major (Warner Bros) dopo anni di serena indipendenza. I fan più intransigenti hanno già storto il naso, ma il talento del ragazzo di Houston non è in discussione.

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