Ironico, appassionato, competente. Ma soprattutto mai banale: lo ascolti in tv e non ti stanca mai, ne segui i programmi, l'ultimo è «XXL» su Italia Uno, e ti stupisce sempre. Luca Serafini, 50 anni, milanese, giornalista sportivo, voce e volto amato e popolare di Mediaset, scrive anche libri da una vita. Dalla narrativa, come «Soianito», alle biografie, l'ultima quella di Martina Colombari «La vita è una». Adesso racconta uno dei suo amori più grandi: il Diavolo. «Milan, 25 anni di gloria», Edizioni Kennes, è il suo racconto del Milan più vincente di tutti i tempi, il Milan di Berlusconi, che Luca ha vissuto in prima persona per lavoro e per piacere. Ce ne parla come si parla di una passione. Con gli occhi che luccicano.
Come sei diventato milanista
«Merito di mio cugino. Un giorno mi disse: ti porto a San Siro a vedere una partita solo se metti la maglia del Milan. Pur di andarci avrei messo anche quella dell'Inter. Fortuna che mi è capitata la maglia giusta...»
Cosa facevi 25 anni fa?
«Lavoravo con Maurizio Mosca a una rivista che si chiamava Supergol. Poi Vittorio Mentana mi ha portato a Forza Milan e da lì a Mediaset. Venticinque anni fa ero un ragazzino...»
«Milan, 25 anni di gloria». Cosa c'è dentro questa storia della tua storia?
«Moltissimo. E stato il mio lavoro, il mio decollo, la mia passione. Ma anche mille emozioni, mille viaggi, mille amici».
Hai dedicato il libro a Guido Susini
«Grandissima persona, pulito, leale, simpatico. E magnifico professionista. É stato l'unico dirigente insieme a Taveggia ad aver lavorato per Milan e Inter».
Ma era interista...
«É un uomo indimenticabile. Alla fine conta solo quello».
Il giocatore più simbolo di questi 25 anni
«Marco Van Basten. Persino più di Baresi e Maldini».
La partita che le vale tutte
«Milan-Medellin 1-0 ai supplementari. Ero in campo e alla fine ho pianto. Non puoi capire una finale mondiale se non la vivi da dentro».
Il gol indimenticabile
«Quello di Kaka a Manchester. Sombrero, colpo di testa che fa scontrare Evra e Heinze e palla all'angolino di Van der Sar. Un capolavoro».
La delusione più tremenda
«Istanbul. Anche se Liverpool-Milan è stata una delle partite più belle della Storia del calcio. Grandi anche nella sconfitta».
La partita più sofferta
«Inter-Milan 1-1, semifinale di Champions. Da morire, soprattutto gli ultimi minuti».
Il Milan più bello
«Quello di Sacchi».
La tua formazione ideale.
«Rossi, Tassotti, Maldini; Rui Costa, Costacurta, Baresi; Gullit, Rijkaard, Van Basten, Kaka, Ibrahimovic».
Il giocatore che non c'entra nulla con questa storia
«Oliveira. Tanto bravo in allenamento quanto inutile in campo».
Il giocatore altrui che ti sarebbe piaciuto al Milan
«Paul Scholes, il mastino rosso del Manchester United. Mi piaceva troppo: era fatto su misura per il Milan».
Chi di quelli che hanno giocato prima si sarebbe divertito da matti in questi 25 anni?
«Gianni Rivera. Berlusconi lo ha sempre adorato».
Non come politico però...
«Una cosa è la politica, un'altra è la fede...»
In questi 25 anni il Milan ha vinto più o meno di quanto avrebbe meritato?
«Alla fine direi il giusto. Non mi ricordo vittorie fortunose e nemmeno sconfitte inevitabili».
E i prossimi 25 anni come li vedi?
«Difficile somiglino ai 25 appena passati.
Che dici, li racconti tu anche i prossimi 25 anni?
«A Dio piacendo. E col permesso del Diavolo...»
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