Ecco le carte della Ue contro il governo per il no alle nozze Autostrade-Abertis

Paolo Giovanelli

da Milano

Anche Schema28, azionista di controllo di Autostrade che fa capo ai Benetton, ha presentato ieri un ricorso al Tar del Lazio contro il provvedimento dell’Anas che ha negato l’autorizzazione alla fusione tra la società spagnola Abertis e Autostrade. Giovedì anche queste due società avevano presentato ricorso allo stesso Tar del Lazio. Scopo del ricorso, spiega un comunicato di Schema28, è «l’annullamento» del provvedimento con cui l’Anas il 5 agosto scorso ha negato l’autorizzazione alla fusione.
Intanto ieri sono emersi nuovi particolari sulla lettera inviata mercoledì scorso dal commissario europeo alla Concorrenza, Neelie Kroes, al governo italiano, con 10 giorni di tempo per dare una risposta. Il documento, una dozzina di pagine in tutto, prima ricapitola tutta la vicenda Autostrade-Abertis («Il 29 settembre il governo italiano ha adottato un nuovo decreto legge che modifica significativamente il regime delle concessioni autostradali in Italia... il decreto limita i diritti di voto...»), poi avverte che «gli Stati membri non possono applicare la loro normativa nazionale sulla concorrenza a queste concentrazioni» e infine passa alle bacchettate: le misure adottate dall’Anas «de facto proibiscono o seriamente pregiudicano la realizzazione di una concentrazione di dimensione comunitaria, nessun interesse pubblico è stato comunicato alla Commissione precedentemente all’adozione di queste misure» che «non costituiscono una misura appropriata per la protezione di interessi legittimi».
Quanto al problema della concessione, «la Commissione rileva che costituisce di gran lunga il più importante elemento del patrimonio di Autostrade, visto che conferisce alla stessa un monopolio legale sulla gestione. Privare della concessione eliminerebbe ogni incentivo economico delle parti a realizzare la fusione». Tra l’altro, «non vi è alcuna esposizione dei motivi per cui, secondo le autorità italiane, il nuovo gruppo non rispetterà gli obblighi derivanti dalla convenzione di concessione o non investirà le risorse necessarie per la corretta gestione della rete autostradale». La conclusione preliminare della Commissione è quindi che «le misure in questione non siano necessarie e proporzionate per la tutela di esigenze imperative di interesse generale e non possono essere considerate compatibili con il regolamento comunitario sulle concentrazioni».

Infine «le misure interferiscono con la competenza esclusiva della Commissione di esaminare una concentrazione di dimensione comunitaria».
Il documento si conclude con la minaccia di una procedura di infrazione e l’invito al governo a presentare le proprie osservazioni entro 10 giorni «in considerazione dell’urgenza della questione».

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