Quando il dottor José Maria Ordovás guarda il futuro vede un «alleanza globale tra scienziati». Come un mosaico, una mappa globale. Un sistema di dati dove le informazioni dei medici indiani vengono inviate ai medici messicani. Allora i pazienti saranno come una terra già esplorata, i segreti della medicina sconfitti dalla mappa del Dna. Dopo ventanni di ricerche in ambito genetico Ordovàs ne è convinto: «Una buona parte delle risposte che noi medici cerchiamo si trovano nella variazione genetica di ogni individuo. Poi conta anche lambiente». Tutta una questione di Dna. Anche per quello che riguarda lalimentazione. In particolare la dieta.
Ordovas lavora nel laboratorio di Nutrizione e genomica delluniversità di Tufts, Boston. Qui, dal 2001, ha studiato più di novemila pazienti. Doveva trovare una conferma scientifica alle sue teorie. Capire il motivo per cui se due persone mangiano la stessa cosa uno ingrassa e laltro no. La guerra alle calorie spesso risulta inefficace. Cerchi di annientarle a colpi di palestra, con estenuanti sedute dal personal trainer, incontri con nutrizionisti, biologi, dietologi. Si stilano programmi e terapie alimentari, calcoli su calcoli su quanti grassi da bruciare, sforzi sovrumani e rinunce quotidiane e poi sempre lo stesso misero risultato: la bilancia continua a segnare lo stesso peso. Caparbiamente, insistentemente. Scoraggiati si riapre il frigorifero per sfogare in un secondo le proprie sconfitte. E invece Ordovás svela larcano. «La nutrizione deve essere personalizzata in funzione dei geni. I risultati di una dieta dipende dal dna».
Il medico di origine spagnola punta lattenzione su secoli di storia, abitudini e reazioni delle popolazioni. «Al momento disponiamo di equazioni molto semplici che dimostrano come la popolazione può reagire a un cambio di dieta. Quello che però non sappiamo con certezza è come può reagire ogni individuo».
«Occorre tener presente che luomo è il portato di un adattamento allambiente che lo circonda - aggiunge lo specialista - durato decine di migliaia di anni e che lorganismo umano, con i suoi lentissimi cambiamenti, non ha ovviamente ancora potuto adeguarsi ai rapidi cambiamenti degli ultimi cento anni. Mentre per secoli luomo ha mangiato solo gli alimenti che crescevano nei luoghi in cui viveva, ora troviamo nei supermercati alimenti provenienti da ogni parte del mondo. Non solo, mentre prima i matrimoni erano quasi sempre tra persone che vivevano da secoli in zone dalle caratteristiche climatiche omogenee, il grande incremento della mobilità e dei matrimoni tra stranieri ha fatto sì che sia difficile per molti sapere se sia più adatta per lui la dieta mediterranea, che andava bene per la madre greca, o il forte consumo di latte che andava bene per il bisnonno norvegese».
Non cè più letnia. Non cè più il territorio. Non cè una cultura comune. Lorganismo umano è in qualche modo naufrago. Ha perso i punti di riferimento. Il canone dellalimentazione è saltato.
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