Ecco il Dvorak «temuto» anche dai virtuosi

Uto Ughi solista nel concerto di S. Cecilia diretto da Dietfried Bernett. In programma il difficile «Concerto per violino»

Pietro Acquafredda

Per il suo annuale ritorno a Santa Cecilia, Uto Ughi, ha fatto una scelta di programma non facile. Non Beethoven, né Brahms e neppure Mendelssohn o Mozart. Ma Dvorak, il musicista céco, noto soprattutto per la Sinfonia n. 5, «dal nuovo mondo» - delle nove che costituiscono il suo catalogo sinfonico - e per il «Concerto per violoncello», brano solistico regolarmente eseguito, fra i tre del catalogo, rispettivamente per violoncello, pianoforte e violino.
Quest’ultimo scelto da Ughi, eseguito molto raramente, è fratello gemello, sebbene meno fortunato, di quello coevo di Brahms, se non altro perché all’origine dei due concerti c’è un celebre violinista, Joseph Joachim, cui i nostri due compositori si erano rivolti per aver consigli e al quale i due, puntualmente, dedicarono i loro concerti, ottenutane l’autorevole consulenza, ma dal quale altrettanto puntualmente presero calci in faccia, perché i concerti alla cui nascita egli aveva in qualche modo collaborato, non gli piacquero o li dichiarò tecnicamente ineseguibili, nonostante egli fosse sommo virtuoso dello strumento.
Il «Concerto per violino» di Dvorak che Ughi ha deciso di presentare al pubblico romano del quale, come si sa, è da sempre un beniamino, è un concerto in tre tempi, il primo dei quali è certamente il più impegnativo ed anche il più ostico; mentre i due seguenti si articolano rispettivamente su un intenso cantabile, il movimento centrale; su toni popolareschi quello finale.
Nella seconda parte del programma, la Sinfonia n. 7 di Bruckner, l’unica del grande musicista inclusa nel cartellone ceciliano di quest’anno, ma già ascoltata, pochi mesi fa, dall’Orchestra del Festival di Lucerna guidata da Claudio Abbado (non si poteva scegliere per questo concerto un’altra sinfonia bruckneriana?). Una sinfonia ben nota, per molti la più bella sinfonia di Bruckner, di durata leggermente superiore ad un’ora, in quattro tempi; e quello centrale, un suggestivo Adagio, caricato dalle circostanze del compito di commemorare l’ammirato Wagner appena deceduto. Direttore del concerto l’austriaco Dietfried Bernet, perfezionatosi alla scuola di Svarovksi e Mitropoulos e già ascoltato la passata stagione in Salome di Richard Strauss.


Il solo «Concerto per violino» di Dvorak viene eseguito anche domenica mattina (ore 11) per i Family Concert di Santa Cecilia, sempre affollati.
Auditorium. Sala Santa Cecilia. Musiche di Dvorak e Bruckner. Ughi violino, Bernet direttore. Oggi (ore 18); lunedì (ore 21); martedì (ore 19.30). Biglietti da 16 a 41 euro. Informazioni: 06.8082058.

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