ROMA - Tassi di crescita del credito ridotti per le banche europee nei prossimi anni. È l'effetto dell'adeguamento ai nuovi requisiti di capitale previsti dall'accordo «Basilea 3». Lo scenario è stato analizzato da Giuseppe Lusignani (Prometeia e Università di Bologna) e Lea Zicchino (Prometeia) che hanno pubblicato uno studio sul terzo numero del 2011 di «Bancaria», il mensile dell'Abi.
L'indagine ha riguardato 41 gruppi bancari europei (31 dei quali italiani) e prende le mosse dall'analisi della situazione patrimoniale a fine 2009 (metà 2010 per i soli istituti italiani). «L'applicazione immediata delle nuove regole - osservano Lusignani e Zicchino - richiederebbe anche alle banche italiane, soprattutto a quelle di maggiore dimensione, azioni di ricapitalizzazione importanti o in alternativa l'adozione di un significativo processo di deleveraging e di riduzione dell'offerta di credito».
Nonostante l'allungamento dei tempi conceda "respiro" all'industria bancaria, l'iter di convergenza a Basilea 3 resta difficile. Le banche, rilevano Lusignani e Zicchino, saranno dunque chiamate a intraprendere una serie di interventi, volti da un lato a mitigare gli effetti negativi delle nuove regole sui requisiti di capitale e dall'altro a cercare di accrescere i livelli attuali di redditività. L'obiettivo combinato di queste azioni è sostenere, sia con risorse interne che ricorrendo al mercato, il rafforzamento patrimoniale.
Ecco gli effetti di «Basilea 3»: credit crunch e aumenti di capitale
Uno studio pubblicato sull'ultimo numero di «bancaria», il mensile dell'Abi, analizza l'impatto dei nuovi standard sui maggiori gruppi bancari italiani ed europei.
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