Milano - Per la seconda volta in pochi mesi, Milano si è aperta alle seduzioni di Hollywood. Dopo le riprese a novembre del thriller politico The International, protagonisti due star come Clive Owen e Naomi Watts, in questi giorni a portare macchine da presa e sogni da grande schermo sotto la Madonnina è stato il regista inglese Richard Eyre, «armato» di un thriller romantico dal titolo The Other Man e di tre divi che contano: Liam Neeson (l’indimenticato Schindler di Spielberg), Laura Linney (fresca di nomination all’Oscar come migliore attrice protagonista in La famiglia Savage) e il latino che non smette di far sognare le donne di tutto il mondo, ma solo col permesso implacabile della moglie Melanie Griffith: Antonio Banderas. È lui, in effetti, la ragione di tanto trambusto in città, se lo stesso regista Richard Eyre sembra accantonare l’understatement british per dire che «non immaginavo che Banderas fosse così popolare qui in Italia. La gente si accalcava ai margini del set. Girare non è stato per nulla facile, e devo dire che ci si sono messi anche i media. Ma alla fine è andato tutto alla perfezione, abbiamo ricevuto un’accoglienza straordinaria». Certo, l’idea di girare in pieno centro - tra Galleria Vittorio Emanuele, Brera, piazza Duca d’Aosta e piazza Eleonora Duse, dopo una puntata sul Lago di Como - non era di quelle esattamente discrete: tra un ciak e l’altro si sono presentati anche quegli impuniti di Striscia la notizia, che hanno consegnato al Bell’Antonio, star incontrastata del set se non della storia (che solo tra qualche mese comincerà a filtrare su Internet, per ora si sa il minimo, oltre al periodo di uscita del film: tra ottobre e novembre prossimi) il classico «Gongolo», premio per piacioni da competizione. In The Other Man l’attore spagnolo sarà la chiave di un mistero e, naturalmente, un amante rigorosamente macho. Di quelli che spaccano le famiglie e poi, guardandoti da sotto le sopracciglia folte, proverebbero a scusarsi se non fosse che, insomma, è la loro natura. Laura Linney, professionista che lavora nel mondo della moda (disegna scarpe), da molto tempo ha con lui frequenti scambi di e-mail e sms, all’insaputa del marito Peter (Liam Neeson). Quando però la donna scompare misteriosamente, il consorte angosciato scopre la verità, o ciò che lui pensa essere tale, e si mette sulle tracce dell’«altro». Lo spagnolo Rafe vive a Milano, ed è la chiave di tutto. Ce n’è abbastanza per confezionare un trailer, se non un film intero, ad alto tasso adrenalinico. E poi, chi vivrà vedrà. Intanto, con benevolenza e un pizzico di rassegnazione, Richard Eyre ha accettato di passare una delle poche pause dal set all’interno di Palazzo Marino, tra gli stucchi austeri della Sala Alessi accompagnato dall’assessore allo Sport e Tempo Libero con delega per il cinema Giovanni Terzi, per consegnare alla stampa qualche personale soddisfazione. «Quando scrissi la storia di The Other Man, due anni fa - rivela Eyre - inserii location come la Galleria Vittorio Emanuele e il Lago di Como: non immaginavo che la produzione mi avrebbe soddisfatto completamente. La vicenda è ambientata nel mondo della moda e Milano ne è la capitale mondiale indiscussa. Adoro l’Italia e spero di poter proiettare qui a Milano, oltre che a Venezia, la prima mondiale del film».
Milano, dunque, sta facendo sul serio: prova a vincere con Roma un derby al sapore cinematografico e chissà se alla fine non darà ragione alle parole del Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni che, nemmeno un anno fa, prometteva un pezzo di Hollywood a Milano e in Lombardia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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