Ecco i Queen sul palco uno show da cinema

Il concerto di Montreal, girato su pellicola e ora restaurato, ci trasporta "dal vivo" con Freddie

Ecco i Queen sul palco uno show da cinema
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Ho visto Queen Rock Montreal su Disney+, però l'Imax è tutta un'altra cosa, e adesso arriva al cinema in Italia dal 25 settembre, una figata. Quel concerto fu registrato il 24 e 25 novembre 1981 al Forum di Montreal, e vederlo in questa qualità fa un effetto straniante, come se il tempo fosse stato riavvolto, con il Forum che esplode davanti ai tuoi occhi e ti sembra di essere lì, quasi sul palco. Non è Rio con mezzo milione di persone, non è Wembley con gli stadi trasformati in messa rock, è un'arena dove il pubblico lo vedi in faccia, lo senti vicino, e ogni canzone sembra suonata per te (a me, che sono ossessionato da Freddie, ogni canzone sembra sempre cantata per me). Freddie Mercury qui è ancora nella sua fase rock ma già con la canottiera di Superman che segna l'inizio della svolta pop, e in questo concerto non la toglie mai, resta sempre in scena così, come se fosse un manifesto di coerenza, un Freddie che non si concede travestimenti.

Montreal è il ponte: è l'ultimo concerto completamente rock, ma è anche il primo in cui i Queen sembrano sapere che il loro futuro sarà altrove, che la loro storia sta per cambiare. Dietro le quinte ci sono Saul Swimmer, regista americano che aveva convinto la band a filmare in 35 mm per ottenere un risultato mai visto prima, e Jim Beach, il manager storico, che li persuade a investire tempo e soldi, e pare che nelle prove ci siano state discussioni furiose, soprattutto perché si pretendevano cambi d'abito e una logica nelle riprese, mentre Freddie dal vivo voleva fare come gli pareva.

La scaletta è un crescendo. Si apre con We Will Rock You in versione veloce, quasi punk, Let Me Entertain You come manifesto programmatico, Play the Game con Freddie che si siede al pianoforte e trasforma l'arena in un salotto di lusso, Somebody to Love con un'estensione vocale che oggi ti chiedi come fosse fisicamente possibile, e poi la parte più dura: Killer Queen, I'm in Love with My Car cantata da Roger Taylor, Get Down, Make Love con la parte psichedelica spinta all'estremo, Dragon Attack, Now I'm Here, Save Me, e soprattutto il debutto live di Under Pressure, ancora fresca di registrazione con David Bowie, eseguita impeccabilmente. È tutto preciso e perfetto e non c'è una nota fuori posto, è la fotografia di una band nel massimo controllo dei propri mezzi, e allo stesso tempo libera, come se sapesse che quello era il momento di suonare meglio che mai e senza sapere che dopo sarebbe esplosa a livello mondiale.

Va da sé che Freddie domina la scena, corre da un lato all'altro del palco, fa giochi di voce, dialoga col pubblico, beve birra tra un brano e l'altro e se la rovescia addosso, ride, si asciuga il sudore e torna a cantare come se niente fosse. Brian May è in stato di grazia, la sua Red Special sembra cantare e piangere e graffiare nello stesso tempo e Roger Taylor picchia come se avesse due batterie. John Deacon, imperturbabile, è il filo invisibile che tiene tutto insieme, quanto lo amo, John, la sua discrezione, la sua timidezza, la sua grandezza: l'unico che è sparito non appena è morto Freddie, dichiarando che i Queen erano finiti, e senza Freddie anche lui. La regia indugia sui primi piani del pubblico, che è la cosa più bella di questo film, e sfata un mito, che i canadesi fossero poco partecipativi, quando era solo un problema di microfoni e di mixer. E il palco, più piccolo di quelli a cui siamo abituati a pensarlo pensando ai Queen, amplifica questa sensazione: con questa qualità sembra davvero di essere lì, tra la folla, quasi sul palco insieme a lui, e quando Freddie resta in scena solo in calzoncini corti che sembrano mutande (o erano mutande?), sudato, a un passo dal pubblico, io mi sarei arrampicato sul palco e l'avrei abbracciato, con la sicurezza costretta a staccarmi a forza (ma all'epoca avevo undici anni, non si stacca un bambino da Freddie, è da denuncia).

Questo probabilmente resterà l'unico concerto dei Queen in grado di arrivare al cinema con questa qualità, siccome fu girato su pellicola 35 mm e è restaurato fotogramma per fotogramma, mentre Wembley, per esempio, fu registrato in video. L'unica altra eccezione, nel Magic Tour, l'ultimo tour dei Queen con Freddie, sarebbe Budapest, anche quello filmato su pellicola, il quale però aspetta ancora un restauro di questo livello (che aspettate? Che io muoia?).

E chissà come avranno visto i Queen su quel palco quando Budapest era ancora parte dell'Unione Sovietica: quale altro simbolo più perfetto dell'arte, del capitalismo e della libertà che vedere Freddie Mercury e i Queen su quel palco? La mia teoria è questa: I want to break free svegliò le coscienze, è stato Freddie a far crollare il comunismo.

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