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Ecco i video choc della Napoli che uccide

RomaTutta l’isola di Ventotene è a rischio, tranne il tratto che va da Cala Rossano, dove martedì mattina un costone di roccia è franato uccidendo due ragazzine in gita con la scuola, fino a Punta Eolo. Lo testimonia un documento dell’Autorità dei bacini regionali del Lazio che ieri il sindaco Giuseppe Assenso ha consegnato ai carabinieri che si sono presentati negli uffici comunali per sequestrare i documenti relativi allo stato idrogeologico dell’isola pontina. La spiaggia del crollo, dunque, era una delle poche considerate «sicure». Per il 90 per cento delle coste di Ventotene, invece, vige il divieto di sostare e bagnarsi entro 50 metri dalle pareti di tufo e roccia.
«Quindi è assurdo che la tragedia sia capitata proprio lì», ribadisce il primo cittadino dell’isola, convinto fin dai primi istanti che il crollo non fosse in nessun modo prevedibile. E per il momento i magistrati non hanno motivo di non credergli. L’inchiesta aperta dalla Procura di Latina per duplice omicidio colposo e lesioni gravi, infatti, è ancora contro ignoti. «Alla luce delle notizie attualmente acquisite non abbiamo ritenuto di doverlo indagare», osserva il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia. «Ci sono indagini a 360 gradi - spiega la D’Elia - finalizzate a verificare la consistenza geologica della roccia ed eventuali piccole avvisaglie avvenute in passato che avrebbero potuto mettere in guardia».
La spiaggia è sotto sequestro, si susseguono i sopralluoghi degli esperti, gli investigatori scattano fotografie dei luoghi. Per il momento le indagini si concentrano sulle carte che documentano la salute delle coste e delle pareti rocciose dell’isola, in particolare su alcune cartine relative alle aree sottoposte a tutela per dissesto idrogeologico. I tecnici della regione Lazio inviati dalla presidente Renata Polverini hanno effettuato un lungo sopralluogo, anche via mare, per decidere a quali interventi dare la priorità. I lavori in due aree dell’isola dove si erano verificate due frane, una un anno fa e l’altra il mese scorso, partiranno già oggi.
Alla scuola media Anna Magnani di Morena, quartiere a sud di Roma, ieri sono tornati i compagni di Sara e Francesca. Ma non vogliono rientrare in classe. Per non vedere i due banchi vuoti. Girano nei corridoi, stazionano nel cortile, dove hanno allestito un angolo degli addii pieno di bigliettini. Facce tristi, sguardi smarriti. Molti di loro sono ancora sotto shock, non riescono a dimenticare quegli attimi terribili, un team di psicologi li seguirà per tutta la settimana. È ancora all’oscuro della tragedia, invece, Athena, l’amica rimasta gravemente ferita nel crollo. Quando ieri si è svegliata in un letto dell’ospedale di Latina ha subito chiesto delle compagne: «Come stanno? Ho visto crollare tutto». Per Francesca, ha stabilito ieri l’autopsia, è stato fatale un colpo alla testa. Sara è morta invece per una sindrome da schiacciamento. Ieri le bare sono tornate a Roma ed è stata allestita una camera ardente nella chiesa di Sant’Anna, a Morena, dove domani si svolgeranno i funerali. Solo con parenti e amici, per volontà della famiglia.

Quel giorno a Roma verrà proclamato lutto cittadino.

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