GenovaGenoa-Inter: 22 in campo. Una sfida racchiusa in un numero. Si giocherà undici contro undici, certo. Ma soprattutto al Ferraris domani sera scenderà in campo una maglia numero 22. Almeno una. Il numero magico che a Genova ha scritto la storia recente del Grifone, prima con la potenza di Marco Borriello poi con la classe infinita di Diego Milito, resta ancora sotto i riflettori di Marassi. Che andranno subito alla ricerca di quel 22 indossato dallargentino, stavolta stampato su bande nerazzurre, ma lo troveranno in tribuna. Poi dovranno illuminare «quel» 22, quello rossoblù, finito sulle spalle di Mattia Destro per volontà dello stesso Principe, deciso a designare il suo erede.
Lui, Mattia da Ascoli Piceno, ci sarà. Al fianco di Luca Toni, del quale in estate era stato indicato e arruolato dal Genoa come vice. Un segno del destino, uno scambio di maglie. Destro, giovane della Primavera dellInter, stimato ma non abbastanza da vedersi offrire spazio nella corazzata appena affidata a Benitez, aveva detto sì al Genoa. Per giocare, per mettersi in mostra, per raccogliere lennesimo suggerimento del suo maestro, Milito appunto, che gli aveva persino detto quale numero di maglia scegliere. Dritta sicura. Predizione confermata puntualmente. Prima uscita sotto la Gradinata Nord, prima palla tra i piedi, e gol. Un sogno, un destino riservato agli eletti. Poi la convocazione azzurra con lUnder 21 di Casiraghi, il posto da titolare, gol e assist che non bastano a salvare la qualificazione allEuropeo ma dimostrano che la stoffa cè ed è pregiata. Dimostrano anche ai tecnici dellInter che un pizzico di stima in più, questestate, non sarebbe stata sprecata. Quando si inseguiva Kuyt, quando si storceva il naso per i sei milioni chiesti sempre dal Genoa per Sculli, in pochi avevano dato prima uno sguardo in casa. Non potevano immaginare che su entrambi, peraltro rimasti solo sogni di fine estate, si sarebbe anche abbattuta la maledizione degli interisti mancati che li farà tornare in campo solo lanno prossimo. Ma di certo, quegli stessi tecnici avevano fatto partire un ragazzo che farebbe comodo alla macchina da gol che sembra inceppata, lasciando addirittura al Genoa il diritto di riscattare quel campioncino, fissando in un milione il costo di metà cartellino.
Domani Mattia da Ascoli avrà quel «22» rossoblù e non pensa ad altro: «Milito lo posso solo ringraziare, ma se resta a Milano a vedere la tv è meglio. Già così, per vincere, dovremo fare la partita perfetta. Ma ci stiamo lavorando e non firmo per il pari».
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